RONDINI - Melania valenti - Uno sguardo al futuro e uno al recente passato
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Melania Valenti |
È il 3 gennaio del nuovo 2025. Inutile tediare con miei
resoconti di vita vissuta o altro di più o meno personale. Durante le feste
ancora in corso ho letto così tante parole, da averne un po’ troppo, lo
confesso. E anche parlare del silenzio, scriverne, mi sta sembrando abusare
della sua profonda verità.
Allora, per inaugurare il nuovo anno della mia rubrica, ho pensato di parlare con parole già scritte, studiate, meditate e provate dalla sottoscritta nella sua Rondini durante l’anno appena trascorso.
Davvero tanto, a dire il vero, ho prodotto, ma, oltre le note critiche, cui ho
dedicato passione e cura, in particolare ricordo tre pezzi, tre articoli che
desidero qui riportare alla luce, perché, a mio parere, meritevoli di rilettura
da parte mia e, se volete, anche da parte vostra.
Il primo pezzo cui mi riferisco è l’articolo di apertura nel
blog, una monografia sulle varie declinazioni del tema del Caos, che i
redattori interni hanno voluto dare per aprire i lavori di questo spazio. Al di
là della qualità o meno del pezzo, è stato il primo di questa avventura e
sempre lo ricorderò come l’esordio emozionato ed emozionante in Finestre.
Qui di seguito, il link che porta direttamente al pezzo, per
chi volesse rileggere o leggere per la prima volta il mio contributo in merito: Per
Primo fu Chàos
Il secondo pezzo che mi viene in mente è, invece, uno
scritto su Goliarda Sapienza poeta e sul suo Ancestrale
in particolare.
Avevo da poco partecipato come ospite a Le azzurre
braccia della luna, incontro online in memoria di Armando Saveriano, organizzato
dalla Comunità Versipelle nelle persone di Federico Preziosi, Elena Deserventi,
che ha condotto magnificamente la nostra chiacchierata, Emanuela Sica e il
resto del folto gruppo. In quell’occasione, durante la quale noi ospiti eravamo
invitati a parlare di opere o autori di nostro gusto, portai, appunto, la
poesia di Ancestrale. Dopo quell’incontro, dopo avere avuto di nuovo per
le mani quel libro cui tanto sono legata, non sentivo completo il mio
rapporto con quella magnifica poeta. Ecco che allora scrissi di getto l’analisi
cui mi riferisco e che tante soddisfazioni mi ha recato, in termini di risonanza
ma soprattutto in termini di riscoperta altrove di quest’opera a me tanto cara.
Anche del pezzo di cui sopra riporto il link, per chi
volesse approfondire ciò di cui dico: Ancestrale,
Goliarda ed io.
Il terzo scritto che è rimasto in modo particolare nella mia mente è uno studio su Marianna di Leyva, la vera storia di colei che ispirò Alessandro Manzoni per il personaggio della Monaca di Monza nel suo I Promessi Sposi.
È proprio vero che lo studio scolastico non basta, spesso
neanche lo studio universitario, se poi non lo accompagnano una grande
curiosità e l’interesse di andare oltre.
Da ragazza, come tutti, mi ero imbattuta nell’opera di
Manzoni e il primo impatto, inutile negarlo, non fu dei migliori. La noia
incommensurabile di una lettura distratta si univa ad una spiegazione
altrettanto noiosa di una docente cui, evidentemente, molto poco era piaciuta l’opera
in questione. Più avanti, molti anni dopo, mi imbattei di nuovo nelle pagine di
questo romanzo, ma, inaspettatamente, ne gustai ogni descrizione, ogni tratto,
e volli capire chi fossero i personaggi in questione. Fu così che scoprii la
vera storia della Monaca di Monza e ne rimasi affascinata.
Eccovi, allora, ciò che, decenni dopo, è venuto fuori
ripensando a tutto ciò detto fino ad ora: Essere
donna: Marianna di Leyva, ovvero la Monaca di Monza.
Vi lascio con questi tre scritti, vi lascio iniziando l’anno
con uno sguardo al futuro e uno al recente passato di questo spazio, il blog Finestre,
che tanta cura e passione desta in tutti noi.
N.d.A.
Mentre scrivo e finisco, penso anche a Patrizia Cavalli,
di cui ho scritto in altra battuta, sempre sul blog. Per chi volesse, riporto
il link anche di quel testo, mio omaggio ad altra donna amata:
Patrizia
Cavalli: come le onde del mare
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