SOPRASSALTI - Laura Valentina Da Re - Dalle schegge al cosmo

 

Laura Valentina Da Re

"Dal primo vagito, quello che sussulta e inarca il petto dello scultore, fino alla posa e al riposo degli attrezzi, è la materia che si fa essenza, ne diventano le protagoniste assolute, un tutt'uno, un profumo solo. È la magia finalmente rivelata."

(Gisella Canzian- poeta, fotografa, anima in ricerca dei misteri della vita e della parola che, con la dismisura del suo orizzonte più intimo, ha assistito alla nascita della scultura di cui qui vi racconterò)

Da ben 39 anni, nel mese di novembre, in occasione della festa del Santo patrono San Martino, la città di Belluno accoglie il simposio di scultura in legno "ex-tempore". La città si trasforma in un vibrante laboratorio d'arte a cielo aperto: un tempo di magia, creatività, maestria, passionalità e unicità. È ancora più poetico percorrere il centro e le sue vie, ricche di storia, di memorie artistiche, culturali e umane, di cicli vitali in continua trasformazione.

Ci si prende, dunque, il tempo di osservare come, da un blocco di cirmolo odoroso e primitivo, uno scultore sia capace di portare alla luce la sua idea, il suo pensiero, la sua missione, non solo nel suo ruolo di maestro d'arte, ma come uomo che esiste pienamente e agisce con tutto se stesso, che opera in mezzo agli altri, che osserva, che soffre e gioisce e non vuole mai smettere di creare.

Durante la manifestazione, ogni scultore ha la possibilità di sviluppare un tema comune, scelto dagli organizzatori dell'evento, dando al "figlio della Natura" la forma e l'identità che più sente sue. Ho avuto modo di seguire le varie fasi di realizzazione di queste opere straordinarie: dal gesto che le ha "espirate", tocco dopo tocco, alla caduta degli scarti sacri, raccontando così una sorta di liberazione dal superfluo fino all'essenza perfetta.

Potrei soffermarmi su ciascuno dei partecipanti, autoctoni e provenienti da altri luoghi, ma ne scelgo uno in particolare: Raul Barattin, scultore della zona montana dell'Alpago, un'area del bellunese davvero spettacolare. Raul è uno scultore incredibile, capace di suscitare lo stupore di chiunque si avvicini alle sue opere e di affilare lo scalpello per dare origine allo svelamento di un mistero. Ho cercato di immortalare, come ho potuto, i momenti in cui Raul mi sembrava unificarsi a questo busto d'uomo di cirmolo che incarna un atleta desideroso di dare voce e luce alla propria patria attraverso una disciplina sportiva.

Ad ogni incisione, ad ogni perfezionamento, ad ogni livellamento, ad ogni solco, ad ogni ricamo, ad ogni gesto deciso e concreto sulla materia, egli sembra volersi innamorare di continuo.

Quello che qui ho voluto esprimere, dopo aver contemplato questo atto di cura, di Amore puro e abbandono fiducioso e assoluto all'ispirazione, è l'emozione sincera accolta, sentita e interiorizzata verso un qualcosa di inspiegabile e meraviglioso: un'alba infinita, il frutto di un talento assoluto.

Al di là della sua ricerca tra perfezione e cura del dettaglio, al voler fare di ogni centimetro della sua opera uno spettacolo irripetibile, la grandiosità di ciò che lui riesce a fare ha una potenza immane; ha una spinta cosmica per cui lo scolpire diviene un travaglio divino, un miracolo.

Nello scatto in cui Raul sembra mettersi in ascolto di "colui" che sta nascendo, il movimento della mano sul suo viso, oltre al plasmare, al dare forma rinnovata e continua, è un voler proteggere, un voler accompagnare al trionfo della vita;

 

Immagine che contiene concerto, persona, vestiti, uomo

Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.

(Foto di Alessandra Facchin- novembre 2025)

  

e poi ancora, nella foto in cui il volto di questo atleta è rivolto al cielo, tripudio di infallibilità, ho ricevuto in dono una “cellula di resurrezione”.

 

(Foto di Raul Barattin-novembre 2025)

 

Dalle prime schegge al trionfo finale dell'opera di Raul, ogni scatto è un capitolo di questo travaglio divino, un invito ad assistere allo svelamento del mistero. Non basterebbero mille giorni per manifestare tutta l'emozione provata nel contemplarlo, eppure le immagini che ho scelto vogliono essere il mio tentativo più sincero di restituire, e guardare ogni volta con occhi nuovi, la potenza ineffabile di questo atto d'amore tra l'uomo e la materia.

  

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Raul Barattin nato a Tambre (BL) il 11\11\70, vive e lavora a S Martino di Chies d’Alpago (BL). Diplomato al liceo artistico, ha proseguito gli studi alla facoltà di Architettura di Venezia.

È docente di scultura.

La sua, è una ricerca sullo sviluppo della figura umana contemporanea, il legame con l’esistenza attraverso linee di forza che solcano profondamente la materia, la plasmano, fino al limite della corrosione.

A volte la figura umana è scomposta, concettualmente e matericamente, dinamica, in azione e riflessione… pensante.

Le figure si appropriano in modo prepotente dello spazio, lo avvolgono e si espandono in esso come esplosioni di corpi celesti primordiali…

La forza concettuale e la bellezza delle sue opere gli sono valse vittorie e riconoscimenti in numerosi concorsi internazionali.


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