POESIA? NO, GRAZIE! - Vincenzo Lauria - Poesia ruffiana o ruffiani in poesia?

 

Vincenzo Lauria


Tutti più buoni per le festività?

Questa rubrica non seguirà la scia delle luminarie divenendo un ritrovo per poeti buoni e forse neanche per buoni poeti!

Se, per assurdo, poteste scegliere tra "Poesia ruffiana" e "ruffiani in poesia" cosa preferireste?


Lo tsunami di finto buonismo si sta per abbattere sulle settimane a venire, ma anche le precedenti non è che traboccassero di trasparenza e onestà intellettuale a dire il vero!

Ci muoviamo in paludi sociali e social (le due sfere sono ormai quasi coincidenti) con la naturalezza di un trampoliere.

Facciamo a gara di selfie in compagnia del/della poeta più popolare o più accreditato, ci si pavoneggia in pubbliche occasioni, intessiamo pubbliche relazioni quasi mai disinteressate, si cerca di infarcire l'agenda di nuovi occasioni di mediatica vetrina.


Nel bilancio di fine anno, tirate le somme, risultiamo più: 


a) artefici di poesia ruffiana (capace di far leva su buoni e universali sentimenti, di suscitare, a specchio, una facile immedesimazione nel lettore, di occuparci all'istante dell'ultimo eclatante fatto di cronaca come dell'ultima tragedia in ordine di tempo)


b) o ruffiani in poesia (dediti a mimare cameratismi e sorellanze social dietro ai quali si nascondono verdi invidie e livide disistime, a congratularci fintamente per "traguardi" a noi inspiegabili, sperando in occasioni di prossime e mediatiche apparizioni in forza di conoscenze e collaborazioni, promuovendo libri nei quali non crediamo, dando il benvenuto a nuove uscite delle quali avremmo fatto volentieri a meno, dando risonanza a persone già affermate che si sono rivelate capaci di viscide bassezze)?


E quale sarà il fioretto che ci imporremo per garantirci un buon anno da trascorrere?


Le proiezioni di voto attribuiscono, ancora una volta, una vittoria schiacciante, con percentuali bulgare, al sacrificio di una "minima" coerenza di fondo.

Portata all'eccesso la ricerca di coerenza può risultare "la virtù degli imbecilli" ma se, invece, per coerenza intendessimo l'aderenza al nostro sentire più profondo e limpido, il ridurre l'infingimento il più possibile, l'esercizio di tale dote potrebbe risultare salutare e forse generare un effetto domino positivo in ambito social-sociale.

Meno teatrini e più onestà, con sé stessi e intellettuale!

Manteniamo distinzioni sensate tra conoscenze, amicizie, stime, poetiche e umane, tra singola persona e singola persona!

Gli slanci e le profusioni amichevoli in ogni dove, dovranno pur resistere alla prova del tempo....


A Natale meno profumi e più ritorni all'Essenza...



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