OLTREVERSI - Silvia Rosa - IV. Carteggio D’amore| Luisa Trimarchi
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| Luisa Trimarchi, Carteggio d'amore, puntoacapo 2025 |
1.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a scrivere questo
libro e gli spunti che ne hanno ispirato i testi?
Una prima motivazione da cui nasce questo testo è la domanda che
mi pongo da tempo, su cosa mi muova come essere umano nella vita, cosa mi
spinga a vivere e a non cedere, anche nei momenti più terribili. In qualche
modo l’Amore, inteso come essenza, che non tocca solo e unicamente l’amore di
coppia, ma il senso vero dello stare nel mondo, è sempre stato per me elemento
fondamentale, il mio motore esistenziale.
Anche quando tutti mi dicono che non è così, anche quando io
stessa sento che sto per annegare in una sorta di nichilismo, di sfiducia
generale nei confronti del genere umano, mi basta un nulla, uno sguardo, un
gesto imprevedibile, un ricordo per riemergere dalla voglia di lasciarmi
andare. Diciamo che per me l’amore o, meglio, il desiderio di credere che
esista nell’impercettibile, è l’unico modo che conosco per non cedere alla
voglia di morire, di uscire dai giochi di un quotidiano che, spesso, non corrisponde
a nulla di ciò che credevo fosse la vita degli adulti.
Poi un altro aspetto che mi ha spinto a scrivere questa raccolta è
la necessità dare una visione di insieme a tutte le poesie d’amore e di
disamore che volontariamente o involontariamente avevo scritto nel corso di
questi anni, così ho trovato una forma che mi fosse congeniale, dando vita al Carteggio,
una parola con un suono antichissimo, profondamente ancorata alla storia della
letteratura. Inoltre una raccolta di questo tipo mi ha permesso di fare una
sorta di viaggio nel tempo, a ritroso, dalla prima giovinezza all’età adulta,
fino alla maturità, per vedere cosa resta delle attese, come sta andando sul
finire dell’esistenza.
2.
Come hai scelto il titolo?
Il titolo nasce dal fatto che scrivo lettere d’amore dalla più tenera età. È un genere letterario che mi è congeniale, a volte mi chiedo che fine abbiano fatto tutte le lettere che ho composto fin dall’ infanzia.
Ho sempre scritto, anche su commissione. Quando un’amica si
innamorava, mi chiedeva aiuto, e io entravo talmente dentro alla storia, alle
vicende e alle persone che mi veniva facile poi sedermi alla scrivania e tirar
fuori la lettera d’amore cucita su quella vicenda. Ecco, in questo carteggio ho
cercato di rimettere insieme tanti pezzettini perduti, ho attinto alla mia
memoria personale, ma anche alla memoria delle tante storie d’amore vissute per
interposta persona. E poi oltre all’idea della lettera ho una vera e propria
ossessione per il corpo, un altro tema che attraversa la mia ricerca nella
scrittura. L’amore passa per me dal corpo oltre che dalla mente, davvero questo
lo so dall’infanzia, così come il dolore.
Non c’è nulla senza il corpo, tutto è fisico, la mia è una parola che
vorrebbe essere appunto materica, carnale, per intenderci. Non so se riesco ma
questo è l’intento: smuovere il desiderio.
Dunque, attraverso il carteggio volevo mettere insieme
svariati elementi: il corpo, l’amore, il
desiderio, la rabbia, la delusione, le illusioni che mutano, svaniscono, si
spengono, si ridestano, si rimodellano su principi nuovi, ma soprattutto volevo
trovare un modo per raccontarlo senza cadere nella banalità, che è la cosa che
più mi spaventa nella scrittura; ecco questo era l’intento, creare un connubio,
un equilibrio nel provare a dire cose che difficilmente si riescono a
esprimere, perché le hanno dette in tanti, a partire da Saffo, passando per
Catullo e Dante, arrivando alla poesia contemporanea.
3.
Quali sono stati i passi che ti hanno portato alla sua
pubblicazione, nello specifico come ti sei orientata per la scelta della casa
editrice e quali ostacoli hai eventualmente incontrato?
Ho un rapporto di fiducia e di stima reciproca con la casa
editrice Puntoacapo, con cui ho già pubblicato la mia precedente silloge, due
anni fa. Inoltre alcuni di questi testi erano all’interno di una silloge che
era risultata fra i selezionati al premio Lago Gerundo 2023, a seguito della
quale mi era stata già fatta una proposta editoriale. Quando ho ripreso in mano
il lavoro, pensando di rielaborare e scrivere cose nuove alla luce del
Carteggio, non ho esitato a rendere partecipi del lavoro Mauro e Cristina della
Puntoacapo, che si sono dimostrati entusiasti. Mi hanno aiutato come sempre e
ho trovato in loro degli ottimi interlocutori.
4.
Che cosa auguri a questa tua opera in versi?
Non so bene cosa mi auguro, forse solo che venga letta davvero.
Ho la sensazione che la poesia sia accolta con fatica dai non
addetti ai lavori, come se ci fermasse sempre un attimo prima di farsi
coinvolgere. Si fatica ad apprezzare il senso. Il carteggio in fondo, come
tutte le mie raccolte, ha un filo narrativo o almeno un’idea di narrazione.
In questi due anni ho lavorato a tante cose e nel giro di un anno
e mezzo sono in programma altri lavori, altre pubblicazioni e nel frattempo
continuo a progettare, perché muto, cambio, il mondo attorno a me si trasforma
mostruosamente e il bisogno di trovare senso, cercando di dare forma a tutto
quello che percepisco, mi spinge necessariamente a scrivere.
Non so, spero il carteggio possa essere una parentesi per
riprendere fiato, una carezza, un istante in cui ci si guarda indietro e si
pensa: qualcosa resta, qualcosa è rimasto di tutte quelle lettere d’amore, non
tutto è andato bruciato, l’essenza intima è viva ancora dentro di me, io sono
ancora viva dentro di me. E questo “Me” riguarda tanti di noi, in fondo.
Da Carteggio d’amore (Puntoacapo 2025)
È passata
Era esattamente in quell’attimo –
è passata nel respiro della notte
nella veglia tra un’alba e l’altra –
i bambini che correvano
nelle braccia delle madri bambine.
(non voglio crescere – mormora
nell’oscurità – la voce lontana
che mescola il canto al grido
alla paura – mano nella mano)
Carteggio VIII
Con il carico di vita interrotta nel cuore
resto immobile – pietra dolorante –
nuda certezza di un aldilà osceno come
ogni al di qua: non spero non attendo
non compiango – essere minuto quasi invisibile
osservo picchiettando sul mondo incerto –
in bilico sul nulla e il respiro si fonde nel vento
alito impercettibile nella traccia dell’essere.
Vivo nel transito del passo dopo passo
poi mi tramuto in pensiero che vola
lungo la soglia di ogni cielo – visione
limpida di ciò che non è – e mai sarà.
Una mano – madre
(Dammi una mano, madre!)
Piccola mano di madre raccoglie
vestiti – rincorre sospiri sospinti
oltre le porte – nascosti oltre i tappeti
procede oltre i limiti del tempo
di ogni sopportazione in ogni
contraddizione da quando sei solo
madre solitaria di tante madri.
Alla mia maniera
(ridondante)
Ora facciamo alla mia maniera:
con te che ascolti e taci nel silenzio
di tutte le stanze vuote – con me che
resisto e tendo la corda oltre ogni
limite.
Tendiamoci oltre il visibile per valicare
l’invisibile – vischioso – irriverente –
fatiscente – oltremodo tendenzioso.
E se ci piantassimo bene nella terra?
E se scoprissimo di essere prima corpo?
Prima gesto – prima carezza – prima sguardo –
prima di tutto rotolio lungo la scarpata –
il fracasso delle ossa – lo scalpitio della corsa –
quell’uno contro l’altro – l’uno nell’altro – quel
sudore nel sudore – che non è altro che sapere
davvero – senza ombra di dubbio – la differenza
essenziale fra essere vivo o essere – soltanto –
irrimediabilmente – morto.
Luisa Trimarchi si laurea in Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma e segue
poi corsi di perfezionamento e master. Nel 2017 frequenta la Bottega di
narrazione di Giulio Mozzi. Nel 2021 pubblica la silloge Versi della
dimenticanza (Transeuropa), nel 2022 Le stanze vuote (Controluna) e
nel 2023 Storia della bambina infranta (dialoghi nudi) (puntoacapo).
Ottiene importanti riconoscimenti in rassegne nazionali e internazionali. Sue
poesie si trovano su raccolte antologiche dei segnalati e premiati. Partecipa a
poetry slam, reading poetici e incontri; realizza podcast e ha gestito la
rubrica Coordinate poetiche su una radio web. Legge e interpreta anche i
testi poetici di altri autori per la rubrica della rivista on line Bottega
porto sepolto. Interessata da sempre alla commistione dei linguaggi
artistici, sperimenta forme di video poesia e sintesi grafico testuali. Insegna
letteratura in un liceo scientifico, a Cremona.


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