L'INGRATO - David La Mantia - Verso l'empatia. Riscoprire l'humanitas.
Che cos'è il Movimento empatico? Un insieme di artisti che hanno sposato concetti condivisi di interdisciplinarità e che si sono riconosciuti nei valori del "Nuovo Manifesto sulle Arti". Il volume in oggetto antologizza "il meglio" di una specifica arte di un dato periodo storico, la Poesia Italiana Contemporanea, curata da Menotti Lerro per Genesi editrice.
Dice il curatore: "Le "antologie empatiche" sono, dal mio punto di vista, più "oggettive" rispetto a quelle consuete, poiché gli autori che le compongono si presentano al lettore come gruppo già spontaneamente accorpato al Movimento stesso."
Che cos'è dunque la poesia? Come ogni arte, è poiesis, è Morgen thor, la porta aurorale che contribuisce alla creazione della divinità. E di questa divinità, l'empatia è un valore primario. Assoluto.
A cinque anni dalla nascita del Movimento Empatico, è stato finalmente possibile dare vita a una seria e completa antologia di Poeti Empatici Italiani. È protesta? Certo, c'è anche una forte risposta offerta dai più noti poeti nazionali al brutto in purezza offerto da questa società tecnocratica e tecnologica, espressione del nuovo millennio. Si tratta di Autori che non si rassegnano a questo orrore, e che si ribellano poeticamente, recuperando i valori dell'emozione, del sentimento e dell'humanitas espressi nell'empatia. È una battaglia di civiltà e modernità, un non considerare i valori etici morali ancillari a quelli puramente estetici o labilmente tecnologici. Etica ante omnia. Nel 2020 l'Empatismo nasce infatti per opporsi all'imbarbarimento, figlio di questi mala tempora. Al medioevo turboreligioso si è sostituita, all'inizio del nuovo millennio, un nuovo Medioevo, quello della tecnologia, con le sue certezze, il sacrificare l'uomo alla macchina.
Come ben sottolinea Lerro, "Questa antologia è dunque, in fondo, solo un segnale di unione e d'amore che i poeti vogliono mandare al mondo tout court, riproponendosi ancora una volta alla guida della società allorquando la stessa, oggi come non mai, necessita emozioni e visione."
Ma chi sono i poeti empatici? Eccoli, individuati per decennio
1920 Giampiero Neri
1930 Corrado Calabrò, Tomaso Kemeny, Franco Loi, Dacia Maraini, Elio Pecora, Tiziano Rossi
1940 Roberto Carifi, Emilio Coco, Maurizio Cucchi, Sandro Gros-Pietro, Vincenzo Guarracino, Vivian Lamarque, Ottavio Rossani
1950 Alberto Bertoni, Milo De Angelis, Valerio Magrelli, Giancarlo Pontiggia, Mario Santagostini, Gabriella Sica, Enrico Testa, Gian Mario Villalta, Lello Voce
1960 Franco Arminio, Massimo Dagnino, Gabriela Fantato, Giovanna Frene, Davide Rondoni, Luigia Sorrentino, Rossella Tempesta
1970 Mario Fresa, Lucrezia Lerro
1980 Menotti Lerro
Eccovi una scelta di alcuni testi proposti in antologia
*
New Haven, ottobre
Cigni e gabbiani non sembrano decidersi
sui pochi pesci dello stagno presso il mare
Con virtù più agile
uno scoiattolo li guarda
si specchia, mordicchia, mi ricorda
che il tuo nome porta
lo stesso numero di sillabe del suo
ma che neanche svegliandomi alle cinque
sono stato capace di trovarti
Così ci provo, corteggio
la mia vicina di lettura
e tu, crudele, fai scattare la sirena
dell'allarme antincendio in biblioteca
Insomma, questo sole del Connecticut
prolungo alla tua notte
dico dormi, ti prego
coi miei mille baci nell'orecchio.
Alberto Bertoni
*
Destino
Pietà per l'angelo appartato
che piange le cose agonizzanti,
anima che perdoni
ecco le colpe immemoriali,
ecco la polvere e il ritratto
anima buona
pietà per l'ombra di questo cimitero,
per me che non conosco il sole
e in pieno giorno arranco
come di notte gli ubriachi.
Ecco il destino in questo calamaio,
leggo un decreto impronunciabile
nell'occhio stupito di una bestia.
Roberto Carifi
*
Il signore sognato
Splendidissima era la vita accanto a lui sognata.
Nel sogno tra tutte prediletta la chiamava.
E nella realtà?
La realtà non c'era, era abdicata.
Splendidissima regnava la vita immaginata.
Vivien Lamarque
*
Radici
a mio padre
Luminosa la tua semplicità
e quel tirare il ferro con le mani
e i passi sulle scale a quattro a quattro
con quelle tue gambe grandi
salivi e scendevi in corsa, in cerca del lavoro,
ci dicevi sempre
e ritornavi a pranzo affaticato:
anche oggi ce l'ho fatta ...
mormoravi e con la mano un disegno
in aria enorme componevi,
come a dirci di Atlante che sorregge il mondo.
Era uno strano abbraccio il tuo,
senza toccarci, come per pudore,
ma sempre tu - la roccia e il cardine
di quella nostra meraviglia
di bambini.
Gabriela Fantato
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