GINESTRE - Laura Serluca - La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno, Max Gazzè tra canto e poesia

Laura Serluca

 

La leggenda dell’amore tra Cristalda e Pizzomunno è stata protagonista della canzone di Max Gazzè presentata al 68° Festival di Sanremo.

Il titolo ed il testo del brano fanno riferimento ad una leggenda popolare datata XV secolo, che trae origine da un faraglione in calcare bianco chiamato Pizzomunno (dal dialetto: "pezzo di mondo"), situato a Vieste, nel Gargano (Puglia).



Siamo in un piccolo borgo di pescatori. La leggenda narra che il giovane Pizzomunno ogni giorno affrontava il mare con la sua barca e puntualmente le sirene emergevano dai flutti marini per intonare dolci canti in onore del pescatore. Le creature marine non si limitavano a cantare, ma gli offrirono diverse volte l’immortalità se lui avesse accettato di diventare il loro re e amante.                               
Ma l’amore che legava il giovane a Cristalda era così forte da resistere ai tranelli delle Sirene e tornare sempre a casa sano e salvo. Pizzomunno, seppur affascinato dal canto delle sirene, aveva giurato amore e fedeltà alla giovane Cristalda. Le sirene, per rabbia e rivalità, rapirono e incatenarono Cristalda nelle profondità del mare.

Pizzomunno ne rimase così addolorato da pietrificarsi e diventare un monolite. Secondo il racconto, ogni cento anni Cristalda riemerge dagli abissi mentre Pizzomunno ritorna in forma umana, ed i due tornano ad amarsi, per una notte soltanto, il 15 agosto.

Questo racconto diventa canzone e poesia insieme. È segno, traccia e ideale.                    

Il testo della canzone di Max Gazzè non si sovrappone alla leggenda ma è un canto che custodisce un antico tesoro. Il mare diventa un’avventura e un’opportunità per i protagonisti di questa storia: le sirene incantatrici che incarnano le false promesse mettono alla prova Pizzomunno e sono pronte a vendicarsi quando è evidente che le loro lusinghe non hanno presa su di lui. Il mare diventa prigionia, per Cristalda. La superficie sonora e poetica sulla quale si muove questo capolavoro è quella emotiva. Un romanticismo che commuove quando le parole diventano promessa:

“Ma io ti aspetterò...
Io ti aspetterò,
Fosse anche per cent'anni aspetterò...
Fosse anche per cent'anni!”





“Tu che ora

Non temi,
Ignorane
Il canto...
Quel coro ammaliante
Che irrompe alla mente
E per quanto
Mulini
Le braccia oramai
Non potrai
Far più niente

Ma se ti rilassi
E abbandoni
Il tuo viso
A un lunghissimo
Sonno,
O mio Pizzomunno
Tu guarda
Quell'onda
Beffarda
Che affonda
Il tuo amore indifeso

Io ti resterò
Per la vita fedele
E se fossero
Pochi, anche altri cent'anni!
Così addolcirai gli inganni
Delle tue sirene

Cristalda era bella
E lui da lontano
Poteva vederla
Ancora così
Con la mano
Protesa
E forse una lacrima scesa
Nel vento

Fu solo un momento,
Poi lui sparì
Al largo
E lei in casa cantando...
Neppure il sospetto
Che intanto
Da sotto
La loro vendetta
Ed il loro lamento!

Perché poveretta
Già avevano in cuore
I muscoli tesi
Del bel pescatore,
E all'ennesimo
Suo rifiuto
Un giorno fu punito!

Ma io ti aspetterò...
Io ti aspetterò,
Fosse anche per cent'anni aspetterò...
Fosse anche per cent'anni!

E allora dal mare
Salirono insieme
Alle spiagge
Di Vieste
Malvage
Sirene...
Qualcuno le ha viste
Portare
Nel fondo
Cristalda in catene

E quando
Le urla
Raggiunsero il cielo,
Lui impazzì davvero
Provando
A salvarla,
Perché più non c'era...
E quell'ira
Accecante
Lo fermò per sempre

E così la gente
Lo ammira
Da allora
Gigante
Di bianco calcare
Che aspetta tuttora
Il suo amore
Rapito
E mai più tornato!

Ma io ti aspetterò...
Fosse anche per cent'anni aspetterò...
Fosse anche per cent'anni aspetterò...
Fosse anche per cent'anni!
Io ti aspetterò
Fosse anche per cent'anni!

Si dice che adesso,
E non sia leggenda,
In un'alba
D'agosto
La bella Cristalda
Risalga
Dall'onda
A vivere ancora
Una storia
Stupenda”

 

Max Gazzè – La leggenda di Cristalda e Pizzomunno: https://youtu.be/g8zIu43e_74?si=ek4puhbVMVC3d3C_


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