Viola Bruno - "Le semplici cose - Ovvero la testimonianza di un filo d’erba"-

 

Viola Bruno


Partite sempre mettendo una musica, chiudete gli occhi e “lasciatevi portare dal vento, rinverdite a primavera, fatevi gialli e maturi in autunno. Dissetatevi dell’influsso di ogni stagione”, suggerisce Henri David Thoreau in Mirtilli o l’importanza delle piccole cose. 1


Mi fingerò io oggi quel vento, sussurrerò semplici parole, racconterò di poesie che stanno ovunque, soprattutto nel silenzio che non occupa la mente, ma che offre campo libero per inventare.

Cercherò dunque di contagiarvi con le enormi piccole cose che ho imparato osservando il mondo dal mio terrazzino al quinto piano.


L’umano si ricompone dentro “l’impercettibile, il minuscolo, il muto e fragilissimo scorrere della vita”2, approccia Christian Bobin, nel suo piccolo gioiello, Le plâtrier siffleur (L’ Imbianchino che fischietta): possiede l’incanto di un bambino, mentre ci convince a ripulire lo sguardo, annullando la distanza tra noi ed il mondo, facendoci socchiudere gli occhi per contemplare il microscopico e prendercene cura, perché “contemplare è un modo di prendersi cura”. 3


Poesia. Contemplazione. Leggerezza. La vita còlta nel suo più banale quotidiano, nel fluire dei giorni scanditi da attività modeste, minute, apparentemente poco importanti perché il “contemplare senza cogliere e persino senza comprendere”… è l’essenza della vita, per Christian Bobin”.4


La stessa concessione che fa Wim Wenders allo spettatore, nel suo ultimo film, Perfect Days 5, pura poesia delle semplici cose: lo spazio del silenzio in cui poter lasciar correre la  mente, come un cagnolino in un prato.


Dove si trova dunque la pace interiore, la “felicità”, se non nella certezza del sole che sorge sempre e nonostante, nella rassicurazione del vento, nel buio che placa i sensi, nei sicuri rifugi, in cui ogni cosa occupa il suo posto?

Hirayama si sveglia ogni giorno prima dell’alba e compie i suoi piccoli, immutabili, riti quotidiani, dopodiché inizia il suo meticoloso lavoro: pulisce i bagni pubblici di Tokyo, con una cura straordinaria. Ogni giorno uguale al precedente.


Come ci racconta anche David La Mantia nel suo Finestre. Taccuino 1935-2022: ”La mia giornata comincia così, ogni volta uguale. Sacrificabile, se non ne vengono riconosciuti gli attimi di felicità. Sacrificabile come tutti i nostri gesti, persi nella centrifuga della vita.” 6


Hirayama indossa l’orologio solo nel tempo libero, il suo riso e le sue lacrime sono una linea continua, senza inizio e senza fine.

Nel suo attrezzatissimo minivan ascolta musicassette, da Lou Reed a Patti Smith, da Nina Simone a The Rolling Stones, passando per Otis Redding e The Animals.

Sul suo tatami, alla luce di un abat-jour, legge William Faulkner, Aya Kōda, Patricia Highsmith. Coltiva piccole piante di acero salvate dall’indifferenza della città, contempla la danza di luce ed ombre delle foglie mosse dal vento, che in giapponese si racconta in una parola magica: Komorebi.

  È lui il meraviglioso il protagonista di Perfect Days.


Il poeta, secondo Christian Bobin, ispirandosi a Friedrich Hölderlin (“pieno di meriti, ma poeticamente, abita l’uomo su questa terra”) 7, è colui che abita poeticamente il mondo, ovvero che lo abita umanamente. “Non è colui che dall’alto dei cieli e in modo narcisistico, o peggio ancora, sprezzante, ci indica la via; piuttosto è colui che respira nel mondo insieme a noi e a tutto ciò che lo abita.” 8 Poesia equivale a Umanità.


Abitare poeticamente il mondo “non è una prerogativa di coloro che chiamiamo artisti”.9



È una madre che rimbocca le coperte al suo bambino, “come si prendesse cura di tutto il cielo stellato”... “Il gesto è così semplice che ha risonanze infinite. Credo che, in fondo, sia questo la poesia: un’arte della vita. Quella donna è poeta a sua insaputa.” 10


Poeta è l’imbianchino che fischietta “come se lavasse la vita, la rallegrasse con il suo lavoro e con il suo canto”.11

Ciascuno dei nostri gesti, ciascuna delle nostre giornate può, senza cercare lo straordinario, lo spettacolare, impedire al mondo di rotolare verso gli abissi”.12


E ancora: “Mi occupo di ciò che è piccolo piccolo. Ciò che è minuscolo, infinitesimale. Alla domanda che fai nella vita?’, ecco quello che mi piacerebbe rispondere, quello che non oso rispondere: mi occupo delle cose piccole piccole, porto la testimonianza di un filo d’erba”.13


Insiste su questo David La Mantia nel suo Finestre. Taccuino 1935-2022 13: lo straordinario è in ciò che non luccica, è in ciò che già si possiede e addobba la nostra anima, l’architettura dell’anima, direbbe piuttosto Simone Weil.14


Ve lo confesso. Il mio sogno è scrivere un libro in cui non succede nulla di significativo, in cui tutti facciano ogni mattino quel che hanno sempre fatto, strofinarsi i denti e indossare scarpe usurate, in cui ogni entrata al bar sia identica all’entrata al bar del sole precedente e di quello ancora prima. Il mio sogno è parlare di cose qualunque in un modo qualunque, far sì che ogni parola segua l’altra a testa bassa, con lo sguardo grigio e sudato, le dita premute sulla carne.

Il mio sogno è rendere banale ogni gesto, persino il primo e l’ultimo respiro. Il mio sogno è quello di cancellare da questo mondo eroi e santi, amori impossibili e imprese strepitose e popolarlo di panni cattura polvere, di pasta al burro, di borse d’acqua calda e termocondizionatori, di spiccioli inutili, di spazzatura differenziata. Popolarlo di insetti morti, di moscerini, di passi che scricchiolano sulle falene cadute dai lampioni. E delle lingue, dei colori, tutti, con cui lo sporchiamo ogni giorno.” 15


Lo stesso incanto lo troviamo in “Avventure dello stampatore Zollinger”, piccolo e delicato romanzo di Pablo D’Ors, in cui il protagonista, con gli occhi di un fanciullo, vive rincorrendo  il suo sogno: diventare uno stampatore.

Vagherà per sette lunghi anni, incontrerà persino un tenero amore e scoprirà la gioia che si nasconde nelle piccole cose, in grado di condurre alle mete più importanti: l’incontro con sé stessi e la realizzazione dei propri sogni.

Era felice? Lo era stato quasi sempre, anche se mai come in quell’istante, invaso com’era dalla sensazione di aver raggiunto dopo un lungo cammino la sua vera patria”. 16

Esattamente come ipotizza Bobin: “È possibile che, attraverso l’attenzione verso le cose minute, molto semplici, povere, io forse ritrovi il mio posto in questo mondo”.17


Per dirla infine in minimi termini con Francesco Piccolo (in Momenti di trascurabile felicità), felicità è “L’acqua quando hai sete, il letto quando hai sonno” 18: parole all’apparenza scontate e invece pregne del significato profondo di ciò che veramente è essenziale.


Quella musica che ho messo all’inizio, chiudendo gli occhi, suonava così:



“Uno si separa, insensibilmente, dalle piccole cose come fan le foglie, che in tempo d'autunno lasciano nudo il ramo

e infine la tristezza è la morte lenta delle semplici cose queste semplici cose che cadon dolendo sul fondo del cuore uno torna sempre al suo vecchio posto, dove amò la vita

e allora comprende come stan da assente le cose che ha amato.”


Le semplici cose, Vinicio Capossela 19

  https://youtu.be/X_azwK091WA?feature=shared




E le semplici cose se le divora il tempo” 20: è proprio quando si perdono le semplici cose che si smette di essere felici.

Così com’è la vita”, dirà Hirayama alla giovane nipote.


Scusatemi, se vi ho coinvolto senza permesso nei miei Komorebi, che partono da una   musica e viaggiano nelle luci, nelle ombre, attraverso parole piene di incanto, di grazia, di silenzio e infine di malinconia.

E scusatemi anche se, raccontando, non riesco mai a staccare il cuore dalla penna.


Viola Bruno, il salto – Foto di Michele Guerrini

Bibliografia

1 Henry David Thoureau, da Mirtilli, o l’importanza delle piccole cose, Ed. Lindau, 2018

2, 3, 4, 7, 8, 9, 10, 11,12,13, 17 Christian Bobin, da Abitare poeticamente il mondo - Le plâtrier siffleur, Anima mundi

Edizioni, 2019

5 Wim Wenders, Perfect Days, Film 2023

6,15 David La Mantia, “Finestre. Taccuino 1935-2022”, Inschibboleth Edizioni, 2023

7 Friedrich Hölderlin, da In lieblicher Bläue, Sämtliche Werke, Ed. Friedrich Beissner, Vol. II,1951

14 Simone Weil, da Oeuvre complète, I, Premier écrits phylosophyques, Gallimard,1988

     16 Pablo D’Ors, da Avventure dello stampatore Zoellinger,Ed. Quodlibet, 2010

    18 Francesco Piccolo, da Momenti di Trascurabile felicità, Ed. Einaudi, 2010

19, 20 Vinicio Capossela, Le semplici cose (traduzione di Canción de las simples cosas di Mercedes Sosa) in Rebetiko Gymnastas, 2012


Commenti

  1. Solo le cose semplici riescono a cogliere l'essenza della vita e la connessione tra umani. Sorprendente il modo in cui riesci a ricordarlo come se fosse un concetto da recuperare da una distanza siderale.

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    1. del tutto d'accordo, grazie tante del riscontro

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  2. Grazie infinite per questo riscontro.🙏❤️ Viola Bruno

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