Marco Brogi - “Il tempo nella poesia e nelle canzoni”
di Marco Brogi |
Il tempo ci cambia, ci scambia. Lo sento forzare la porta, non smette mai di arrivare. Uno di questi giorni lo denuncio per danneggiamento e violazione di domicilio.
Quante facce ha il tempo. C’è il tempo pilotato dall’ industria e dal business che non “viene trascorso ma speso” (Tempo e disciplina del lavoro in Edward P. Thompson Edizioni Et al., Milano, 2011); c’è (c’era) il tempo segnato dal ritmo delle stagioni, duro ma umano, della civiltà contadina. C’è il tempo immobile, pietrificato, dei carcerati, dei malati, delle anime rotte. E c’è il tempo indagato da Schopenhauer, Aristotele, Platone, Hegel, Heidegger, Seneca e da tanti altri filosofi che non ho letto per pigrizia o perché troppo ripidi.
Ma è il tempo cantato dai poeti e dai cantautori
il tempo con cui ho passato e passo più volentieri il mio. Andando a braccio, mi tornano in mente
versi di Giacomo Leopardi:
“Fugaci
giorni! a somigliar d’un lampo / son dileguati... “ (Le ricordanze, in Canti, a cura di Ugo Dotti,
Feltrinelli, 2008));
Giuseppe Ungaretti: “Non sono i giorni se non vago fumo...” (III Coro, da Il taccuino del Vecchio in Vita di un uomo, Mondadori, 2009);
Eugenio Montale: “Tu non ricordi la casa di questa mia sera /. Ed io non so chi va e chi resta. “ (La casa dei doganieri, da Tutte le poesie, Mondadori, 1984);
Valentino Zeichen: “Cos’è il tempo? Quello / che nasconde nei
numeri / i secoli trascorsi / e non
dichiara mai / la sua vera età...” (A Mireille, da Casa di rieducazione, Lo
specchio, 2001);
Franco Fortini: “Era il tempo
che si stava / insieme senza sapere / Ora che conosciamo/ non s’ha tempo di
rimanere...” (Quella
era la montagna, da Poesia e errore in Una volta per sempre Einaudi, 1978);
Giorgio Caproni: ”E ora che avevo cominciato / a capire il paesaggio: / «Si scende», dice il capotreno /. «È
finito il viaggio». (Disdetta, da
ll franco tiratore, in Tutte le poesie, Garzanti, 2016);
Giovanni Raboni: “Immensità della cucina, il banco/ di scuola / il letto, dammi tempo, non / svanire, il tempo di chiudere i tanti / i conti vergognosi in sospeso con loro...” (da oOgni terzo pensiero in L’opera poetica, I Meridiani Mondadori, 2006);
Roberto
Carifi: “Madre scolpita nel dolore,
forestiero al tuo ventre / è questo tempo che trascorre piano...” (da
Amorosa sempre, a cura di Alba Donati, La nave di Teseo, 2018).
E quanti poeti e versi ho dimenticato, perché il tempo fa così, perché “il tempo è un signore distratto”, per dirla
con una canzone di De André. Già, le canzoni, colonna sonora del tempo e della
vita. In qualche stanzetta della memoria ancora albergano:
“Ma più che il tempo che non ha età /
siamo noi che ce ne andiamo...” (La
canzone dell’amore perduto, Fabrizio De André);
“E non
guardare il tempo / il tempo non ha senso / domani sarà tempo / di cose nuove…”
(Infinito, Francesco De Gregori);
“Dicono che c'è un tempo per seminare / e uno più lungo per
aspettare/
io dico che c'era un tempo sognato/ che bisognava
sognare...” (C’è tempo, Ivano Fossati);
"Cara amica il tempo prende, il tempo dà / noi corriamo sempre in una direzione / ma qual sia e che senso abbia chi lo sa…” (Incontro, Francesco Guccini)
“Morirò di paura a venire là in fondo / Maledetto padrone del tempo che fugge…” (Euridice, Roberto Vecchioni);
“Il tempo veloce passò / su favole appena iniziate...” (Il tempo passò, Luigi Tenco);
“Il passato ci prova / sta giocando una carta impossibile
/ per tornare di moda / non sa che il tempo è irripetibile...” (Il tuo ricordo, Samuele Bersani);
“Il tempo sì ad ogni costo / che aspetta noi per essere
nostro…” (Tempo,
Charles Aznavour);
“Col tempo
sai / col tempo tutto se ne va/ e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato
/ in un letto straniero ti senti gelato…”
(Col tempo, Leo Ferrè);
“ Il tempo è uno strano compagno di gioco / si diverte a
vincere mettendoci a fuoco / in un'istantanea che non è mai perfetto / è un
cattivo fotografo che ha troppa fretta...” (Tempo perso, Claudio Lolli);
“Stai cercando il tempo andato con gli occhi miei/ sto cercando il tempo andato con gli occhi
tuoi...” (Dialogo d’amore, Mario Castelnuovo).
E poi c’è il tempo dei poetastri come il
sottoscritto:
Il tempo è un figlio subito grande.
Ha le chiavi di casa
entra quando vuole.
Lo senti salire le scale
bisbigliarti all’orecchio:
<babbo, non sono più lo stesso,
mi hai già perso>.
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