STELLE CONTROVENTO - Maria Pia Latorre - Nella luce nel buio
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| Maria Pia Latorre |
Di recente Massimo Recalcati ha enfaticamente affermato che l’essenza di un vero maestro è scottare ed essere luce per i suoi discenti. Dalla scienza apprendiamo che piante e animali sono in grado di riconoscere le fonti luminose e di adeguare ad esse il loro comportamento. L’essere umano nasce nel buio ma impara presto a riconoscere la luce, quasi segno di un destino da seguire; e attraverserà la vita cercando di far chiarezza su di sé e sul mondo. “Se l’occhio non fosse solare, mai potrebbe guardare il sole”, ha scritto Goethe, tra scienza e poesia.
La luce ha senso in relazione
alla non luce. Essa passa finanche dalle fessure, da Giufà a
Cohen, senza soluzione di continuità. La riconosciamo in quanto
delimitata dal buio. Entrambe le entità coesistono strettamente.
Per Platone la sua
natura “illuminante” è apprezzabile solo se si contrappone al mondo delle
ombre. La luce è tale perché illumina qualcosa o qualcuno ed esplica la sua
funzione solo se c’è qualcosa o qualcuno da illuminare. Una luce può risiedere
in una luce più grande che ne annulla l’ombra. Non c’è luce senza ombre, a
ricordarci che ogni realtà ha un suo rovescio e che niente è univoco.
Il grande Khalil Gibran,
in una sua lirica, ha felicemente avvicinato i concetti di luce e libertà: “E
quando l'ombra dilegua e se ne va, la luce che si accende diventa ombra per
altra luce. E così la vostra libertà, quando spezza le sue catene, diventa essa
stessa catena di una più grande libertà. “
Associamo la luce
all’intelletto, all’intuizione, alla verità, mentre associamo il buio alla
disperazione, alla paura, all’errore. Luce non è solo un simbolo di verità, per
i credenti È La Verità. Il libro della Genesi esordisce: “E la luce fu”.
E nulla fu più come prima,
perché nacque ciò che Dio provò in quel momento: immensa felicità. E da allora
luce e felicità danzano insieme e continuano a donare agli uomini un buon
motivo per svegliarsi ogni giorno. L’inconscia associazione del legame
luce-gioia-vita è determinata anche dal fatto che, la mattina, quando apriamo
gli occhi alla luce, ci rendiamo conto di essere di nuovo vivi.
Ho
sperimentato l’assenza e la presenza di luce più volte nella mia vita.
Sensazioni luminose mi vengono da paesaggi incontaminati, dall’universo delle
piccole cose, dall’incontro con le persone. Il buio… quello fondo, dal quale
sembra impossibile uscire… beh, quello è la bestia che tutti prima o poi
sperimentiamo. Ci tocca misurarci con esso, farlo nostro, inglobarlo, macerarci
in esso. Un tunnel verso la luce. Ché se l’hai vista anche solo una volta, non te la dimentichi
più”.
u Splenderà di sole la nostra vita ogni volta che diremo un sì al suo compimento.
(da L’Enigma dei Crochi, Tabula fati, 2020)
Stella senza luce
Stella
senza luce
che ti
confondi nel buio
sii
ritorno di fiamma
per i
disillusi
sii
pensiero nascosto per i ribelli
sii
confine slabbrato per i senzacasa
sii
lacrima asciutta
per i
pavidi
Stella
che attendi
l'ultimo
sole
ai
piedi dell'etere
come
se fosse l'ultima tua vita
la nostra prima opportunità
(da È stato per caos, collana Polveri, Tabula fati, 2025)
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L’orrore della guerra è lontano, per Ungaretti, come
lontani i “passi d’ombre”; ora paesaggi di luce e di libertà.
Dove la luce (Giuseppe Ungaretti)
Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui
giovani prati,
Le braccia ti sanno
leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido
alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine
nuove.
Dove non muove foglia più
la luce,
Sogni e crucci passati ad
altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi
d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo
(Da Sentimento del Tempo, 1933)
________
Abbiamo
bisogno, fortemente bisogno, di luce e di buio. Di buio come tempo sospeso,
indugio, stasi, annullamento. Di buio come dolore, frattura. E qui non posso
che riportare, ancora una volta, Leonard Cohen: “C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce”. Buio e
luce convivono, si integrano; il loro spazio è spazio d’amore.
Ti vedo meglio al buio (Emily Dickinson)
Ti vedo meglio al buio
non mi occorre altra luce:
l’amore è per me un prisma
che supera il violetto.
Ti vedo meglio per gli anni
che s’inarcano in mezzo.
Al minatore basta la sua lampada
per annullare la miniera.
E ti vedo ancor meglio nella tomba –
le sue brevi pareti
si rischiarano, rosse, per la luce
che così in alto sollevai per te.
A cosa serve il giorno
per chi nella sua tenebra
ha un sole così eccelso
che mai sembra scostarsi
dal meridiano?
*
I see
thee better - in the Dark -
I do not need a Light -
The Love of Thee - a Prism be -
Excelling Violet -
I see thee better for the
Years
That hunch themselves between -
The Miner's Lamp - sufficient be -
To nullify the Mine -
And in the Grave - I see
Thee best -
It's little Panels be
Aglow - All ruddy - with the Light
I held so high, for Thee -
What need of Day -
To Those whose Dark - hath so - surpassing Sun -
It deem it be - Continually -
At the Meridian?
(J611 / F442) 1862
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Luce e buio, verità e falsità, abbraccio e
smarrimento, diversità e conformità, un dualismo offerto in una lirica dalla
forte luminosità, in Alda Merini.
Luce (Alda Merini)
Chi ti scriverà, luce divina
che procedi immutata ed
immutabile
dal mio sguardo redento?
Io no: perché l’essenza
del possesso
di te è “segreto” eterno
e inafferrabile;
io no perché col solo
nominarti
ti nego e ti smarrisco;
tu, strana verità che mi
richiami
il vagheggiato tono del
mio essere.
Beata somiglianza,
beatissimo insistere sul
giuoco
semplice e affascinante e
misterioso
d’essere in due e diverse
eppure
tanto somiglianti; ma in questo
è la chiave incredibile e fatale
del nostro “poter essere” e la mente
che ti raggiunge ove si domandasse
perché non ti rapisce all’Universo
per innalzare meglio il proprio corpo,
immantinente ti dissolverebbe.
Si ripete per me l’antica fiaba
d’Amore e Psiche in questo possederci
in modo tanto tenebrosamente
luminoso, ma, Dea,
non si sa mai che io levi nella notte
della mia vita la lanterna vile
per misurarti coi presentimenti
emananti dei fiori e da ogni grazia.
(In Antologia della poesia italiana contemporanea -1909 – 1949,
a cura di G. Spagnoletti)


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