ACCESA RUPE - Fabio Barissano - RAPSODIA SU “NINNA NANNA A CAPE COD” DI BRODSKIJ
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| Fabio Barissano |
“Il confine orientale dell'Impero affonda nella notte."
Perché Brodskij e perché "Ninna nanna in Cape Cod"?
La grande scrittura apre squarci su sé e sull'altro da sé, bifronte e fluente sul duplice letto dell'impegno e del dolore. Ma sono due cose diverse? E soprattutto: a cosa alludono i poeti con le loro parole?
"Le cicale non cantano più nei prati"
soggiunge l'esule di Leningrado, e forse la domanda è retorica, ma talora è prudente convertire in chiaro le oscure sillabe o almeno tentarne la cifra, la chiave. Di che si parla?
Brodskij:
"Il confine orientale dell’Impero affonda nella notte. Le cicale
non cantano più nei prati. Sui frontoni si decifrano male
le citazioni classiche. Indifferente una guglia con croce
s’annera, come una bottiglia abbandonata in un canto.
Da una pantera di pattuglia, luccicante nella landa,
la tastiera di Ray Charles."
Quale desolazione si respira in questi versi che subito aprono a uno scenario immenso di confine imperiale, di scrittura da decifrare? Quale messaggio, poi, è affidato a una bottiglia abbandonata accostata alle altre immagini in così forte stridore lirico? Questo genera nuovi codici e apre gli androni dell'ignoto.
E qui è la chiave: meravigliarsi di ignorare il fatto noto, ancor più bello che conoscere l'ignoto.
Brodskij:
"Strano pensarci, ma sono sopravvissuto. Succede,
la polvere copre le cose quadrate. Vendicandosi d’Euclide
prolunga Io spazio, oltre l’angolo, un’automobile.
Il buio scusa l’assenza di volti, voci e altro,
facendoli passare non tanto per fuggiaschi, quanto
per invisibili."
Spesso il poeta gode al doppio gioco, vuole discepoli chi non ebbe padri. Ma anche la parola inganna: richiede che non si obbedisca a tutte le sue manifestazioni, prodromi e sorelle capricciose dell'unica parola vera e insostituibile, e che il poeta sappia rinunciare alle immediate invenzioni dell'inconscio, che vada oltre le ossessioni, oltre le immagini o le associazioni di facile casualità e stringa un'idea forte, di sé sicuro e al contempo in ascolto dell'Altro. Il dubbio atroce resta, che dici poeta? "Sui frontoni si decifrano male le citazioni classiche".
Brodskij:
“Caddi nel sonno. Quando poi riapersi
gli occhi, il Nord era là dove la vespa
ha il pungiglione. Vidi nuovi cieli e
e la stessa terra. E la terra giaceva
come da sempre fa ogni cosa piatta:
impolverata.”
Da Brodskij e dalla "Ninna nanna in Cape Cod" sembra udire, chiara e disperata, la sua "vox clamantis": "Amici, sappiate: la guerra è di tutti e della specie, l'umanità si interroga dubbiosa sul futuro in cui il poeta guarda e cammina tacendo".
Ma è lusso da salotto occidentale e anche stasera avremo più dubbi che fuochi.
BRODSKIJ:
“Metti in serbo per le stagioni fredde
queste parole, per le stagioni dell’ansia!
Come il pesce sullo sabbia, l’uomo sopravvive:
se si strascina agli arbusti e s’alza
su gambe incerte e storte e va, come un rigo dalla penna,
nelle viscere stesse della terra.”
La lettura di Brodskij è lunga. Potremmo continuare…


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