LA STANZA DEI DESIDERI - Ivana Rinaldi - Due anime tormentate. Anna Achmatova e Amedeo Modigliani
![]() |
Ivana Rinaldi |
La loro storia d’amore è stata abilmente ricostruita a teatro da Antonio Nobili. In gran parte con flashback sugli anni 1910-11. Lo sfondo è Parigi che è parte della storia; allo stesso tempo ne è protagonista con il suo quartiere latino, i caffè di Montparnesse, i giardini di Lussemburgo. “Amedeo mi portava spesso al cimitero di Montaparnasse. Era il nostro rifugio, lontano dal rumore e dallo sguardo degli altri. Camminavamo tra le tombe senza parlare, finché lui non cominciava a leggere Dante. Non capivo tutte le parole ma la musica dell’italiano mi bastava. In quei momenti Parigi spariva. Restavamo solo noi due e la sensazione che la poesia potesse tenere insieme la vita e la morte”. La capitale francese brulica di talenti artistici e intellettuali: Picasso, Soutine, Diego Rivera, Lev Trockij che accompagnano l’affascinante storia d’amore tra i due grandi del Novecento. Lei poetessa, ancora giovane e che aspira alla fama: “Sono sicura che si ricorderanno di me quando il tuono musicherà il cielo o quando lo macchierà una striscia di rosso acceso. Mi ricorderanno e quando lascerò per sempre la Russia, rimarrà per le strade l’odore della mia ombra””.
Anna si è appena sposata con Nikolaj Gumilëv, poeta di talento e tra i fondatori del movimento acmeista. Si fa chiamare Anna Achmatova piuttosto che Andreevna Garenko, per paura di infangare il nome della sua famiglia, facendo una cosa sconveniente come inventare versi. Ha preso il nome di sua nonna che era una principessa, discendente di un Kha tartaro.
Eppure tra lei e Amedeo si scatena un amore travolgente che sconvolge le loro vite e le convenzioni sociali. La loro storia che viene messa in scena da Nobili si svolge in un unico Atto, dove sfilano i vari personaggi: Anna, Amedeo, Nicolaj e X, un pittore amico di Modigliani, testimone silenzioso della loro storia d’amore. X si fa testimone, a posteriori, degli anni della guerra, dei mutilati e degli invalidi che dipingevano con il pennello in bocca, o si aiutavano con i moncherini delle mani. La guerra separa ciò che l’amore fa nascere: “Non è un destino da abbracciare. Mani di un volto che era muratore, tessitore, pescatore….e anche le mani da pittore. Tutte riconvertite in mani da grilletto”. Anche Nicolaj sente il peso della guerra: “Cuori dei russi riconvertiti in cuori a orologeria sincronizzati sul momento dell’abisso e della difesa”. Amedeo è invece riformato a causa della tubercolosi che lo porterà alla morte.
In un bistrot parigino avviene l’incontro casuale tra Modì e Anna. I loro sguardi si sono incontrati: “Quella donna è la passione di uno schizzo sul taccuino, l’esaltazione dei colori io la voglio, come “intramata” tessitura tra la tela e la vita” Le si avvicina: “Cosa desidera di preciso…? - chiede Anna. "Il suo sorriso - risponde lui - lo usa come una maschera, ma quando qualche istante parlava con quello che immagino sia suo marito, ho visto una tristezza sgorgarle dagli occhi”.
Nikolay si rende conto della scintilla che è scoccata tra sua moglie e l’artista di Livorno: “I suoi occhi vuoti… di certo specchio di una malinconia profonda sono diventati così intensi quando poggiava gli occhi sulla mia donna e ho sentito un fremito”. Quando Modigliani propone a Anna di farle un ritratto, lei non dice di no, ma scatena la gelosia di suo marito. Ed è la causa del primo addio: “Sono venuta a dirle addio” - "Che facciamo adesso?" – replica Amedeo. "Affidiamoci al destino. Qui c’è il mio indirizzo di San Pietroburgo. Scrivimi”. Ed è ciò che faranno per un po’.
Anna, alla partenza si suo marito per l’Africa, decide di tornare a Parigi. E Modigliani la sceglie come sua modella. Tra paradisi artificiali, e alcol si consuma un amore tra dubbi, incertezze, fascinazione. Anna è attratta dal pittore luminoso e tormentato, lui dalla sua bellezza e dalla sua poesia fuori dai canoni. Lui disegna come un poeta, lei scrive come un pittore.
Nel 1911, il destino li separa ancora. Suo marito torna a riprendersi ciò che considera suo. E lei accetta. “Tornerò portando il bagliore della mia luce in dono a questa triste Parigi” – “Tornerai grazie alla tua poesia che brillerà su tutta Parigi”.
“Tutto finisce mia cara Anna, - scrive Nikolaj - Finisce la guerra un bel giorno, all’improvviso, e arriva la rivoluzione. E chi non è morto nella guerra contro i tedeschi fa sempre in tempo a morire nella guerra contro i concittadini”. E Anna: “Era il 1921 quando sei stato fucilato” E Amedeo è morto un anno prima. Per la malattia, ma anche per amore. Per una ragazza così diversa da Anna, Jeanne, da cui ha avuto una bambina, e che si lancerà dalla finestra il giorno dopo la morte di Amedeo: “Ho continuato a dipingerti anche quando vivevo con lei, perché ogni tanto pensavo al periodo in cui ci siamo conosciuti: alla preistoria della nostra vita”.
Di lui, rimangono i suoi ritratti, quelle giovani dal collo colo lungo e gli occhi spenti che tanto ricordano Anna. Di lei le sue poesie.
Il canto dell’ultimo incontro”
“Così debole il petto intirizziva,
ma i miei passi erano lievi.
Nella mano destra infilai
Il guanto della sinistra.
Parevano molti i gradini,
ma io sapevo che erano tre soli!
Un bisbiglio autunnale tra gli aceri
Supplicò: “Muori con me!”
Sono ingannato dalla mia sorte
Squallida, volubile, maligna”.
Risposi: “Mio caro, mio caro!
Io pure. Morrò con te…”
Questo è il canto dell’ultimo incontro.
Volsi lo sguardo sulla casa buia.
Soltanto nella camera ardevano candele
D’una fiamma indifferentemente gialla”.
Antonio Nobili, Tu mi sognavi, io non dormivo! La storia d’amore segreta tra Anna Achmatova e Amedeo Modigliani, Drammaturgia di Antonio Nobili, La Cervona, 2025.
Commenti
Posta un commento