LA STANZA COLOR GLICINE - Simona Garbarino - "ABBIAMO DECISO DI MORIRE INSIEME" - Piccola riflessione sulla morte
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Simona Garbarino |
Ripensando alla morte di mia madre, emerge d'un tratto un pensiero:
"ABBIAMO DECISO DI MORIRE INSIEME"...
Perché si muore di morte naturale, questo è certo, anche se di naturale, a conti fatti, non c'è proprio niente quando tocca a te, o quando tocca a qualcuno che ami davvero.
Ma si muore anche spiritualmente e questo accade quando l'anima lascia un corpo vivo e lo lascia perché non può restare lì col suo dolore...nel senso che quando è troppo, è troppo anche per un'anima.
Allora succede che l'anima decide di lasciarti anche se respiri, vivi, ti muovi, mangi, bevi e vai al supermercato.
E tutti pensano che tu sia lì, vivo e vegeto nonostante la botta, anche perché tu sei ancora in grado di parlare, di pensare, vai al lavoro, telefoni, mandi mail, guidi e organizzi persino piccole uscite con gli amici.
In realtà sei vuoto: dentro è rimasta soltanto un'enorme cavità, una specie di grande pancia vuota dove tutto echeggia e persino il cuore si spaura.
Tecnicamente sei vivo, un dottore te lo potrebbe anche confermare ma, in realtà, sei morto dal momento che hai attraversato quel dolore.
E quindi, si può morire, anche risultando in piedi e continuando a fare quello che hai sempre fatto.
Poi decidi, magari, di non sparire letteralmente perché una serie di ragioni te lo impediscono: la presenza di tuo padre, di tua sorella, di tuo marito o chissà chi altro, il mutuo, la scadenza della polizza auto, un lavoro che in fondo ti piace, quella riunione che avevi fissato da tempo e alla quale sarebbe sgradevole non presenziare.
Ma sei morto e chi è morto davanti a te, lo sa.
Ad esempio, quando mia madre decise di lasciarsi andare e quindi di morire, sentii di essere morta con lei.
Non era solo dolore, in fondo in fondo c'era anche una specie di sollievo, finalmente non avrebbe più sofferto così tanto...era la consapevolezza che una parte di me si era staccata per sempre.
Lì accanto al suo corpo immobile, c'era una persona che non conoscevo, un'altra me, una nuova me, un essere che avrei dovuto imparare a conoscere, seppur controvoglia.
Non ero così interessata al momento.
Avevo solo l'urgenza di pensare a quello che avrei dovuto fare nell'immediatezza.
C'era una morte, quella di mia madre.
Per la mia, avrei avuto tempo.
Forse pensai anche "una cosa alla volta".
Straordinaria descrizione di ciò che si prova quando si viene a contatto con la morte. E' una lotta accettarla nella vita.
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