NULLA DI SERIO - Danilo Lombardi - Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2025
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Danilo Lombardi |
Si è svolta dal 27 agosto la Mostra
del Cinema di Venezia, che dal 1932 è il primo tra i festival cinematografici
di prestigio (Cannes risale al 1946).
Se andare al cinema è più appagante rispetto alla visione, anche dello stesso film, in TV, godersi una proiezione alla Mostra di Venezia è un'esperienza che vale la pena di provare, indipendentemente dalla qualità delle opere in gara.
Ricordo ancora oggi, a distanza di oltre dieci anni, l'emozione degli applausi al regista e agli attori presenti in sala, per non parlare della frivolezza del tappeto rosso, concesso a tutti gli spettatori e di cui approfittai per nascondermi tra i fotografi accreditati (grazie alla reflex pro in mio possesso, sino a quando venni scoperto perché mi muovevo troppo e bruscamente accompagnato alla porta).
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(Dakota Fanning fotografata sul red carpet nel 2013 a Venezia dal
vostro cronista pochi secondi prima che lo cacciassero) |
Per motivi legati ai tempi di
chiusura del blog, precedenti l'apertura della Mostra, non ho potuto vedere i
film in concorso e fuori concorso, ma ho preferito non perdere questa occasione
per parlarne, chissà che qualcuno non decida di abbandonare per una sera le
serie tv per andare al cinema in buona compagnia.
Scorrendo l'elenco dei film in concorso, l'apertura è stata affidata al nostro Paolo Sorrentino con il film La grazia, con Toni Servillo.
Del film, per volere del regista, si sa poco, sembra sia un dramma (romantico?) ambientato in Italia.
Motivo in più per non perdere l'accoppiata che ha regalato all'Italia nel 2014 l'ultimo Oscar (che attendevamo dal 1992 con Mediterraneo di Salvatores, se vogliamo considerare solo i film seri, privi di falsificazioni storiche. Si, avete letto bene...), con La grande bellezza, per non dimenticare il successivo La Giovinezza.
È vero che i successivi film non sono stati, almeno per me, all'altezza dei due citati, ma Sorrentino è uno dei pochi registi italiani capaci di una narrazione di ampio respiro che si sviluppa in una dimensione visionaria e poetica. Come se i suoi film avessero, appunto, una dimensione in più.
Tra gli altri venti film in concorso segnalo Duse, di Pietro Marcello, con la bravissima Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo della celebre attrice di teatro (chi non ricorda la sua interpretazione nel capolavoro La pazza gioia di Virzì?).
Pietro Marcello, autore di alcuni cortometraggi che una volta avremmo definito "impegnati", è noto per il film La bocca del lupo del 2010, un film documentario poco convenzionale e molto creativo in cui si racconta la storia di un uomo che ha trascorso nel corso della sua vita 27 anni in carcere, senza perdere la sua umanità.
In concorso anche Elisa, di Leonardo di Costanzo, con Barbara Ronchi e Valeria Golino. La storia di una ragazza in carcere da 10 anni per avere ucciso la sorella maggiore e averne bruciato il cadavere senza motivi apparenti. L'incontro con un criminologo (evidentemente miracoloso... quanti danni provocati dai format televisivi sui fatti di cronaca. Forse uno psicoterapeutica era troppo scontato, oltre che utile?) l'aiuterà ad affrontare la realtà. Dopo 10 anni... Diciamo che le premesse non sono incoraggianti.
Altri due film in concorso italiani che trovo meritevoli di attenzione. Il primo è Un film fatto per bene di Franco Maresco, definito dalla critica "corrosivo" in cui si narrano le riprese di un film su Carmelo Bene, bruscamente interrotte dopo l’ennesimo incidente sul set.
Il secondo è Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi, un documentario tra il Golfo di Napoli e il Vesuvio, le fumarole dei Campi Flegrei. Sotto le nuvole, quindi, una Napoli meno conosciuta si popola di vite.
Poteva mancare Favino nella sezione fiction? Io ve lo segnalo, ma non sperate in qualcosa di più (care ammiratrici non è A. Delon, manteniamo la calma...).
Ai più giovani, che non erano ancora nati, segnalo fuori concorso, nella sezione Series, Portobello di Marco Bellocchio, con Fabrizio Gifuni e Barbara Bobulova, la storia di uno dei più clamorosi errori giudiziari italiani che distrusse la vita di Enzo Tortora, morto pochi anni dopo per le sofferenze patite. Va bene che la giustizia non è di questo mondo, come disse Paolo Stoppa nel Marchese del Grillo, ma non va bene neppure mandare via dalla Polizia di Stato per un tatuaggio e promuovere a Vice Questore chi è stato condannato a quattro anni di carcere.
E veniamo alla parata di stelle che quest'anno cadranno sulla mostra, costellazione che sinceramente non trovo molto interessante.
Julia Roberts è una novità, per Venezia, nonostante una lunga carriera (che qualche benevola rivista definisce sfavillante) la nostra tranquillizzante barbie, che nelle sue commedie piaceva sempre a lui come a lei, nel film After the Hunt - Dopo la caccia di Luca Guadagnino interpreta una stimata insegnante di un ateneo chiamata a difendere un collega accusato di molestie sessuali nei confronti di una studentessa. Ne verrà fuori un film interessante? Posso aggiungere che da quando Amazon, Netflix e Sky producono film è visibilmente cresciuto, dal mio personale punto di vista, il tasso di banalità e soporiferità dei film?
Anche quest'anno ci sarà l'onnipresente George Clooney inteprete di un film di Noah Baumbach dal titolo Jay Kelly, in cui affronta, in compagnia del suo fidato agente, la propria crisi (patinata?) di mezza età durante lo svolgimento di un tour promozionale in Italia. Sarà meglio dell'angosciante Gravity (a mio modestissimo parere 7 Oscar sprecati)? Attendiamo fiduciosi un bel film del nostro George dal 2017 (Suburbicon).
Molto più interessante, invece, il ritorno alla regia di Jim Jarmusch con Father Mother Sister Brother, con Tom Waits (il cantautore statunitense, proprio lui. Se non avete ascoltato i suoi dischi e la sua voce unica rimediate subito!) Adam Driver e Cate Blanchett. Il film racconta tre storie, ambientate in USA, a Dublino e a Parigi, che descrivono le relazioni tra figli adulti, i loro genitori, e tra fratelli.
Jim Jarmusch non dovrebbe avere bisogno di presentazioni (da noi è famoso per Daubailò, forse l'unica prova degna di considerazione di un nostro comico locale molto sopravvalutato, oggi diventato il Pippo Baudo (o il Bruno Vespa) dei comici. Ovviamente sempre in base ai miei gusti personalissimi...).
Molti dei film di Jim Jarmusch meritano una visione, possibile oggi pagando un piccolo obolo alle catene di distribuzione streaming già citate. Ricordiamo Broken Flowers con Bill Murray (esistono anche comici capaci di interpretare grandi film), Coffee and Cigarettes con Tom Waits, Iggy Pop, Steven Wright, Steve Buscemi, Alfred Molina, Bill Murray, e per ultimi Dead Man e Ghost Dog con Johnny Depp e Forest Whitaker.
Altri film e interpreti che cito, nel caso in cui destassero in voi qualche interesse.
Emma Stone e Jesse Plemons in Bugonia di Yorgos Lanthimos, due amici che vivono di complotti e cospirazioni rapiscono la CEO di una multinazionale farmaceutica, convinti che sia un'aliena venuta a distruggere la Terra (come se di umani che fanno danni non ce ne fossero già abbastanza...). Tuttavia, nel confronto con la donna le loro convinzioni vengono meno, e si innesca un surreale gioco delle parti in cui rimangono coinvolti tutti.
Dwayne Johnson ed Emily Blunt in The Smashing Machine di Benny Safdie, un film biografico sul lottatore di arti marziali miste Mark Kerr.
Amanda Seyfried e Stacy Martin in The Testament Of Ann Lee di Mona Fastvold, la storia di Ann Lee, la leader fondatrice dello Shaker Movement, che predicava la fondazione di una società utopica e il culto degli Shakers attraverso canti e danze.
Più interessante e attuale il film con Idris Elba e Rebecca Ferguson, A House Of Dynamite di Kathryn Bigelow, un thriller politico apocalittico in cui un missile non identificato diretto sugli USA scatena avvenimenti che potrebbero portare alla guerra totale nucleare e alla fine del mondo. Avete presente A prova di errore di Lumet con H. Fonda?
Per ultimo, In The Hand Of Dante di Julian Schnabel, con Gal Gadot, Al Pacino e John Malkovich, una oscura e violenta ricerca di un manoscritto che potrebbe essere la Divina Commedia di Dante, scritto di pugno dal poeta.
Quindi
nulla di serio in questa breve guida, che almeno risparmierà a tanti affannose
ricerche sul web per cercare le trame di tutti i titoli (su Wiki ancora non c'è
nulla...), con l'auspicio di trascorrere molte serate invernali al cinema, in
buona compagnia.
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