L’ORDINE ED IL DISORDINE - Cecilia Gentili - L’ARCHITETTURA PUO’ ESSERE POESIA?
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Cecilia Gentili |
Il rapporto tra poesia e architettura è profondo e intrinsecamente legato alla capacità di entrambe le arti di dare forma a emozioni, idee e sensazioni nello spazio e nel tempo. Poesia e architettura condividono un linguaggio fatto di struttura, ritmo, armonia e invenzione, capaci di trasformare materiali tangibili (le parole o i mattoni) in esperienze estetiche ed emotive.
Sono molti gli architetti che vivono la loro arte come una forma poetica, tra questi, Carlo Scarpa è considerato uno degli architetti-poeti per eccellenza. In una conferenza all’Accademia delle Belle Arti di Vienna nel 1976, Scarpa si interrogava: “L’architettura può essere poesia?” Il suo percorso creativo era caratterizzato da una continua ricerca della bellezza attraverso il disegno e la manipolazione sensibile dei materiali, in un costante dialogo tra idea e costruzione. I suoi progetti, come la Tomba Brion, sono veri e propri “poemi” di luce, acqua e geometria, dove ogni dettaglio è pensato per suscitare emozione e armonia, trascendendo la pura funzionalità per raggiungere un livello poetico che parla di memoria, tempo e luogo.
TOMBA BRION è un
complesso funebre monumentale situato a San Vito, frazione di Altivole, in
provincia di Treviso
Scarpa concepiva l’atto di
progettare come una “confessione
creatrice”, in cui il disegno architettonico diventava il mezzo per vedere,
comprendere e raccontare la realtà, come fa il poeta con le parole. L’opera costruita diventa così un testo che si legge con i
sensi, oltre che con lo sguardo.
Accade spesso di usare, per le opere di Scarpa il termine “frammento”. E' indubbio infatti che Scarpa nelle sue opere definisca una poetica basata sulla accumulazione di episodi formali, da una narrazione architettonica, da un succedersi di frammenti.
Anche Frank Lloyd Wright credeva fermamente che l’architettura,
se autentica, dovesse essere considerata la più grande delle poesie. Secondo
Wright, “l’architettura vera è poesia. Un buon edificio, se è architettura
organica, è il più grande dei poemi.” Fondava la sua opera su una relazione
immediata con la natura e sulla ricerca di un’armonia
profonda tra l’abitato umano e il
mondo circostante. Le sue architetture — come la celebre Casa sulla Cascata (Fallingwater)
— non sono soltanto soluzioni tecniche, ma veri atti poetici capaci di
reinventare il significato dell’abitare e
di elevare lo spirito della vita quotidiana.
CASA KAUFMANN (Casa sulla cascata)1936-39 - Veduta esterna. Bear Run - Pennsylvania |
Per Wright, la poesia dell’architettura nasce nel momento in cui l’edificio riesce a servire lo spirito della vita, senza mai rinunciare alla sua realtà concreta. L’architetto, come il poeta, deve essere “un originale interprete della sua giornata, del suo tempo, della sua epoca”. Per Frank Lloyd Wright la poesia, nell’architettura, è una totale armonia tra uomo e natura.
Frank Lloyd Wright |
“…L’architetto vero è un poeta che un giorno scoprirà in se stesso la presenza del domani nel nostro presente…”(F.L.Wright)
MUSEO GUGGENHEIM New York City |
Complessivamente, la scelta dei materiali di Wright era finalizzata a creare un'armonia tra la natura, l'ambiente circostante e l'architettura, attraverso la combinazione di forme organiche e naturali con materiali innovativi e moderni.
Sia in
Scarpa che
in Wright il legame tra poesia e architettura si manifesta nel superamento
della semplice funzione e nella capacità di evocare emozioni profonde
attraverso la forma, il materiale, la luce e lo spazio. Attraverso il loro
lavoro, le costruzioni diventano poemi da abitare, spazi in cui il vivere
quotidiano acquista un senso di bellezza e di eternità.
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