FLUSSI E VISIONI - Zeudi Zacconi - “Tra sguardi e dispersioni”

 

Zeudi Zacconi


Lo specchio

dei riflessi ha vita breve, cadranno

di colpo tutte le parole, come vetri

sotto un cielo viola aperto e immensi spazi

di vuoto avremo da colmare — se quello

che non vedi non esiste allora soffia — polvere

nell'aria mi disperdo.



***

 

Tutto si fa sgusciare, intorpidire e poi restare – inerme, stante a sé come un pallore, nato ora. Un rigore sordomuto tocca bocca e orecchio, giunge all'organo essenziale quel groviglio. Organo cuore. Resta in piedi sale, come da un cespuglio di parole, un ascensore punta dritto al centro dello squilibrio che trattiene la caduta, nucleo vivo di una ambivalenza permanente, ambivalente a intermittenza. Felice e senza, felice fare senza, fare senza fare, senza fare senza. Non strafare, non fare. Allungare molle si raggiunge e si disgiunge ogni significato al significante – applauso – non vuol dire nulla è solo un flusso d'incoscienza, questo mutare piano punto di estensione, parallela al naufragio. Nubifragio. Tornare a galla. Dirottare inverso al senso comune, translucido omesso o sottomesso, mai messo al posto giusto. Mollare. Non restare, non restare dove non ci sono prove del tuo esistere – insistere o morire – come anni e anni a infrangere un'immagine scolpita. Ripulita. Messa a punto. Sul punto di rottura. Appunta e tiene, la ferita a margine. Al centro del bersaglio la parola, la parola obliqua al nesso. Compromesso con la vita. In punta di piedi riuscire. Uscire dalla salsedine togliere il trucco strappare. Ora, rapita la tua immagine allo specchio, tu scalfisci e porti via, scalfisci e porti via. Tela e pelle e cuore. E colore. E colore e pelle e tela. E te, e te, e te. Non focalizzare, disordini nel vuoto non sparire. Felice senza, felice assenza. Non ci hanno dirottato ad essere felici senza fare – contraccolpo. Ritorna a te la colpa, tiro alla fune, felicità oppure dolore. Il resto non si muove. Del resto non si muore. Ci si disperde. E ci si perde, non ci si intende – nelle prigioni. Spoglie ragioni queste nude, crude, mie adorate – temibili e terribili – dispersioni.



Fotografia di Beatrice Orsini


Esisto di più se mi guardi / esisto dentro i tuoi occhi.”

 

Non vederle, rende le cose invisibili.  Il potere dello sguardo fa vivere ogni cosa, le soffia dentro, la anima. Nello sguardo esistiamo e abbiamo la prova del nostro esserci, fin dalla nascita. Io sono perché tu mi guardi, senza il tuo sguardo mi confondo e non so più chi sono. Gli occhi che si poggiano su di noi fin dall’inizio di questa traversata nel mondo sono  quelli che ci dicono chi siamo – creature degne d’amore – e sono quelli che ci entrano dentro e continuano a parlarci del nostro valore, del nostro essere meritevoli e interi. L’interiorizzazione di uno sguardo d’amore ci imprime fiducia nella vita e in noi stessi. È cuore pulsante a cui fare ritorno quando la trama si riempie di dubbi. È il potenziale che diviene fuoco vivo. È la scintilla che si fa fiamma a manifestare se stessa, grazie a quegli occhi che ci hanno dato il permesso di ardere perché ci hanno visto. È culla dell’accettazione. Senza quel primo sguardo, senza quel primo imprinting ci si perde, ci si disperde come polline nei labirinti della coscienza, come pulviscolo nella rarefazione emotiva. Se siamo stati guardati con amore, allora soltanto potremo guardarci con lo stesso amore. E più avremo conosciuto un amore disinteressato, più rimarremo nell’autenticità del sentirci pervasi dal bene. Quanto più avremo sentito la mancanza di quello sguardo amorevole invece, tanto più ci sentiremo non autorizzati ad accettare l’amore nella nostra vita, mancanti e non degni di riceverne il dono. L’integrità emotiva è un cammino di riconnessione coraggioso con ciò che siamo, che origina da uno sguardo. E uno sguardo mancato è uno strappo. Un vacillare nell’assenza e nel vuoto. Uno specchio senza riflesso. E poi un ricucire, un rimarginare. Un ripartire – e sempre – dagli occhi. E da quel primo, vissuto o negato, ricordo d’amore.


Fotografia di Elena Pascolini




“Solo chi è stato visto, vede.

Solo chi vede, è in grado di amare.

 


Commenti

Post più popolari