A BACIO DI RIMA - Lina Maria Ugolini - FUMO/PROFUMO

 

Lina Magia Ugolini


Volatili le sostanze del fumo e del profumo. Si baciano, esalano unite, pressoché invisibili. Il fumo si veste e sveste di velo. Con voce potrebbe cantare:


La voce si veste in giacca di fumo

perché stanotte ha voglia di parlare

sul pentagramma del respiro.


Poche e accorte pause

nel bisogno di un sospiro.


Una scala bianca e nera

l’altalena di un accordo

per dondolare un amore

sonnolento di nostalgia.


È ciò che la voce dice

in giacca evanescente

e un mughetto appuntato

tra le labbra di un occhiello 

accanto alla cravatta slacciata e molto pigra.


È tutto quello che sa dire 

la voce che ora si sveste


intanto che la giacca di fumo si scioglie ~


il mughetto rivela il suo profumo ~


la cravatta scivola in nastro d’aquilone ~


e piano e in volo si tace


la voce ~ 

[Lina Maria Ugolini, La voce che si sveste. Musica jazz con fumo di Alberto Alibrandi]


Il fumo sale sinuoso in cielo, in filo, in anello. Si espande nell’aria, incontra le nuvole perché anche le nuvole sono di fumo, vapori erranti senza profumo. Chissà… Se le nuvole fossero profumate, il cielo olezzerebbe in fiori nel vento vaganti, schiusi dal calore del sole, da semi piumati scivolati dalle stelle. 

Effimere le nuvole, mutevoli come la vita. Pier Paolo Pasolini gira per Capriccio all’italiana (1968) l’episodio Che cosa sono le nuvole? Immagina un teatrino sulle tavole del quale si recita l’Otello shakespeariano. Scrive dei versi per la voce di Domenico Modugno nei panni di un netturbino chiamato a gettare tra i rifiuti marionette logore e inutili, offre allo sguardo di Jago e Otello l’epifania del cielo. I due fantocci restano incantati a contemplare la «straziante, meravigliosa bellezza del creato».

Totò e Ninetto Davoli, scena finale.


Pier Paolo Pasolini, Domenico Modugno in: Che cosa sono le nuvole?

La testa tra le nuvole fa leggerezza, il naso tra le nuvole s’inebria di delicatezza.

Di fumo è fatto Perelà, l’uomo aereo di Aldo Palazzeschi, figlio di Pena, Rete, Lama, di ciò che affligge la terrestre gravità umana. Palazzeschi risponde con la leggerezza, una leggerezza diversa da quella calviniana, antidoto al male di vivere, a ogni ipocrisia sociale. Possiede un cuore di fumo tale uomo, un paio di stivali lo ancorano al suolo. In materia d’immateriale levità Perelà dialoga con il poeta Angiolino Dal Soffio. 


«La poesia è un globo d’oro che ascende e non fa moneta […] Ottenere il vuoto è l’arte sublime del poeta. Quale innocenza, e che difficoltà: questa è leggerezza.» Il codice di Perelà, Mondarori, p. 25 


Riguardo al fiutare, necessario a catturare olezzi e derivati, non parleremo di Jean-Baptiste Grenouille, l’uomo inodore protagonista del noto Il profumo di Patrick Süskind ma d’altra creatura, assolutamente fantastica quanto necessaria al baciare e combaciare di questa rubrica d’intimità sillabiche. Trattasi dell’Annusiere, di seguito forgiato e ritratto in pose ispirate e aspiranti.

Annusiere creatura di natura

annusa nuvole e fiori

germoglia in narici

in ciocche forate e felici.


Naso non a caso cerca naso

trattiene perfetto umore

da cedere in re

spiro al cuore.





Lina Maria Ugolini, Annusieri, ceramica, 1993












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