LA POESIA ELEMENTARE - Anna Martinenghi - La poesia (elementare) della ricerca
![]() |
Anna Martinenghi |
“Con
un libro in mano l’Homo Ludens è libero. Almeno nella misura in cui gli è
concesso esserlo. È lui a stabilire le regole del gioco obbedendo soltanto alla
propria curiosità. Gli è dato leggere sia libri intelligenti, dai quali
apprendere qualche cosa, sia libri sciocchi, perché anche da quelli è possibile
ricavare informazioni. È libero di non leggere un libro sino alla fine e di
cominciarne un altro dall’ultima pagina, risalendo verso l’inizio. È libero di
farsi una risatina là dove non è previsto, o di soffermarsi inaspettatamente su
parole che poi ricorderà per tutta la vita. È libero infine – e nessun altro
passatempo lo consente – di prestare ascolto alle argomentazioni di Montaigne o
di fare un tuffo nel Mesozoico”
(da Wislawa Szymborska, Letture Facoltative, Adelphi, 2026
![]() |
Pubblicato
per la prima volta nel 1973, Letture facoltative[1] di Wislawa
Szymborska[2] “è una raccolta di recensioni che
non avrebbero mai dovuto essere scritte”.
Con
ironia, Szymborska celebra l'insolito, occupandosi di libri in maniera
inconsueta. Fra gli anni ’60 e ‘80, la poetessa Premio Nobel tenne una rubrica
settimanale sulla rivista polacca Życie Literackie, recensendo libri con
temi apparentemente secondari e irrilevanti, tra cui manuali di galateo,
trattati sull’arte di coltivare bonsai, biografie dimenticate di personaggi
minori e via discorrendo.
Szymborska
si trovò a lavorare nel complesso contesto culturale e politico della Polonia
comunista di quegli anni, in cui la censura dominava la vita intellettuale
sotto ogni forma. Le sue “Letture facoltative” rappresentarono
uno spazio di libertà e respiro; un modo per affrontare la durezza della
situazione con ironia e acume. L’apparente leggerezza dei contenuti permise alla
poetessa di intervenire in modo libero e giocoso su temi più disparati, proponendo
indirettamente una riflessione profonda sulla natura della letteratura e del
sapere.
1) Parlando
di favole (recensione di “Favole” di Hans Christian Andersen):
“I
bambini amano essere spaventati dalle favole. Hanno un naturale bisogno di
sperimentare emozioni forti. Andersen atterriva i bambini, ma nessuno di loro,
una volta diventato grande, gliene ha mai voluto. […] Andersen prendeva i bambini sul serio. Non
parlava loro soltanto della radiosa avventura della vita, ma anche di
disgrazie, sventure e sconfitte non sempre meritate. Le sue favole, popolate di
creature immaginarie, sono più realistiche di quintali di odierna letteratura
per l’infanzia, così ansiosa di risultare verosimile da sfuggire gli
incantesimi come la peste”.
2) Sugli
incidenti domestici (A. Dziak e B. Kaminski “Incidenti domestici”)
“Starsene
a casa è terribilmente pericoloso, a ogni passo rischiamo di morire o di
rimanere invalidi. E bisogna aggiungere, quante più comodità offre la nostra
dimora, tanto più numerose sono le possibilità che avvenga una catastrofe. Il
cavernicolo era più al sicuro, a meno che durante una sua assenza per la caccia
non gli si infilasse in casa una tigre dai denti a sciabola. [...] Accanto agli
infortuni di ambito casalingo, vengono presi in esame anche quelli che possono
capitare in cortile, nei boschi e sui fiumi. [...] il libriccino si chiude con
il capitolo: “Come comportarsi in caso di incidenti di massa (catastrofi
naturali, attacchi atomici)”. La sorpresa del lettore è totale, perché mai
si sarebbe aspettato un finale simile da un opuscolo che reca in copertina una
variopinta casetta che si regge su una gamba fasciata.”
Szymborska non è
mai giudicante rispetto ai libri che presenta. Li esplora con curiosità,
evidenziando l’inaspettato, celebrando la varietà del sapere umano: anche il
manuale più banale può contenere insegnamenti e la riflessione più umile può
aprire nuove prospettive di pensiero.
3) Su
come ci si curava una volta (Francois Lebrun “Medici, santi e maghi del XVII
e XVIII secolo”):
“Negli
archivi francesi è conservata un’autentica rarità: il Diario della salute di
Luigi XIV, compilato dai medici che a turno lo avevano assistito. Per oltre
sessant’anni essi annotarono sistematicamente tutte le affezioni del re e i
modi per curarlo. Roba da far rizzare i capelli in testa. Nell’arco di tempo
preso in esame, pare che Sua Maestà fu sottoposto a più di diecimila clisteri.
[…] Il re doveva godere di un fisico
eccezionale quanto a robustezza, visto che nonostante simili terapie visse fino
a ottanta anni, quando la vita media si aggirava intorno ai ventotto…”
Il
registro giornalistico di Szymborska, nitido e rigoroso nei contenuti,
mantiene il tono colloquiale e (l’apparente) semplicità linguistica di quello
poetico. Ogni recensione diviene riflessione sulla vita stessa: sul senso e sul
nonsenso della realtà, sull’importanza di ciò definiamo “inutile” e al
contrario, sulla meraviglia che si cela nell'ordinario.
4) Sul
lavoro degli impiegati (Sandi Mann - Come nascondere quello che proviamo sul
lavoro e fingere quello che dovremmo provare):
“Il
libro è frutto di alcuni anni di ricerche sociologiche sulla vita emotiva degli
impiegati, soprattutto di quelli che hanno stabilmente a che fare con il
pubblico. […] Dopo averlo letto, sono giunta alla paradossale conclusione che
taluni impiegati della Repubblica Popolare di Polonia avessero una vita molto
più facile. Non dovevano essere cortesi, se non ne avevano voglia. Non dovevano
reprimere la stanchezza, la noia, l’irritazione. […] Al giorno d’oggi le cose sono profondamente
cambiate, agli impiegati sono richieste gentilezza ed empatia, anche di fronte
alle richieste più assurde. Ovviamente, questo incessante camuffamento causa un
certo stress e lo stress ha bisogno di essere sfogato. L’autore suggerisce
pertanto di inspirare ed espirare profondamente, di effettuare rotazioni estemporanee
sul posto di lavoro. Di approfittare del retrobottega per scaricare
l’aggressività […] e una frase appena sul rimedio più efficace: rimanersene per
qualche tempo completamente soli.”
Lo
stile di Szymborska in questa miscellanea è punto di incontro tra
critica letteraria e poesia: ogni parola è scelta con cura, le immagini sono
vivide, le metafore affascinanti, l'ironia - sua cifra distintiva - è al
servizio di un messaggio di libertà, che smonta le convenzioni, offrendo un
orizzonte più vasto sulla conoscenza.
La
poetessa non smette di essere tale, non smette di cercare, setacciare,
selezionare; non smette di raggiungere l’essenza delle cose. In buona sostanza,
non smette di insegnarci che scrittura e poesia sono frutto di ricerca
continua, di cura e attenzione verso il mondo e verso l’elemento umano nella
sua interezza.
L'attualità
di Szymborska emerge da un processo esplorativo mai superficiale, da una
curiosità e freschezza che resistono alla prova del tempo. La sua scrittura non
invecchia, perché fondata su di una capacità di osservazione appassionata, in
grado di trovare nei dettagli qualcosa di straordinario: la sua poetica per
niente facoltativa.
https://it.wikipedia.org/wiki/Wis%C5%82awa_Szymborska
2) Letture Facoltative https://www.adelphi.it/libro/9788845920356
Commenti
Posta un commento