Melania Valenti su "Ci daranno la colpa di cose meravigliose" di Anna Martinenghi

 

Anna Martinenghi, Ci daranno la colpa di cose meravigliose, LuoghInteriori, febbraio 2025


«Ci daranno la colpa/di cose meravigliose. Questi versi, che danno il titolo alla silloge e chiudono l'ultima poesia della raccolta, rappresentano, già da soli, il mondo dell’artista. Un mondo che, come nella raccolta precedente Faccio cose del secolo scorso, si oppone all'ovvio, al banale, al qualunque in nome dell'appartenenza, dell'amore.

L'amore salva. E, non a caso, l'amore diventa la principale chiave di lettura del testo». Inizia così, David La Mantia, la sua Prefazione alla nuova raccolta di Anna Martinenghi, che, nella Introduzione alla stessa, scrive: «Credo nella poesia della speranza, nelle parole che diventano gesto e si fanno corpo e viceversa […] Credo nella fragilità umana e nella forza della nostra unicità. / Voglio meritarmi la colpa di cose meravigliose» (pag. 3). Ecco, credo che in queste affermazioni qui su riportate sia riassunta la poetica dell’autrice. È una scrittura autentica, per dare il proprio contributo alla società e far sì che le parole non siano solo veicoli dell’egocentrismo di un poeta che, nella ricercata asperità della forma, abbia come unico intento quello di colpire l’attenzione su elementi stilistici, ma che le stesse parole siano dimostrazione di una volontà ferma e decisa, un volersi meritare la colpa di cose meravigliose. E in primo luogo, Anna Martinenghi individua l’amore come veicolo per sentire e seminare meraviglia, che trova nella poesia il mezzo per manifestarsi.

 

Vieni da me

 

Vieni da me

porta le braccia

e il vento nuovo

 

Farò di te una casa

dove trovare rifugio

un affaccio

per riempire gli occhi

il filo lungo dell’aquilone

 

L’aria si riempirà di caffè

ascolteremo il silenzio

lo romperemo di risate

e quelle braccia

saprai finalmente

dove metterle

 

Il lessico è un lessico di cose quotidiane, che diventa veicolo per una poesia esortativa, che induce ad agire, un verso che non lascia indifferenti e che non di rado pone l’amore, unica risorsa per aprire dall’interno alcune porte e non cedere alla disperazione, insieme alla poesia, alla leggerezza, alla preghiera, al coraggio

 

Alcune porte si aprono solo dall’interno

 

Alcune porte

si aprono solo

dall’interno

 

Dentro di noi

c’è un punto profondo

di calma e pace

che possiamo raggiungere

solo dopo aver

lottato con le onde

dopo aver accettato

di sprofondare

sacrificando la nave

 

Alcune porte

si aprono solo

dall’interno

 

A volte la chiave

è il dolore

la leggerezza

la poesia

la preghiera

il coraggio

la disperazione

l’amore

 

Ognuno conosce

la sua

 

Anna Martinenghi è una poetessa che della poesia vive e con la poesia desidera indurre a guardare dentro sé stessi e dentro gli altri, per cercare l’invisibile agli occhi, per avvicinarsi ai lebbrosi/ della sensibilità, ai trasparenti, alle anime colme d’emozioni, ai trasparenti, agli accattoni. Contrariamente a quanto però si potrebbe pensare, l’uso di un lessico semplice, quotidiano, tale da farsi da tutti intendere e con tutti comunicare, non manca di ripetuti ricorsi alla retorica, con figure di suono e di senso che rendono ancor più musicale la lettura. È un ritmo volutamente semplice, che segue la semplicità del lessico, che delle assonanze, degli omoteleuti, delle consonanze, si serve per concedere ai testi una profonda levità.

È un invito alla autenticità nell’azione, una poesia che esorta a

[…]

vivere in prima persona

conoscendo le altre coniugazioni

ascoltare per capire

non per rispondere

rispettarsi

ma ridersi tanto

aprire i recinti

non innalzarli

buttare le zavorre

essere consapevoli

d’essere solo un puntino

dell’immagine intera


Melania Valenti

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