FRASEGGI DI LUCE - Annalisa Lucini - "Poiein" Pierluigi Cappello

 

Annalisa Lucini

Tu sei di qui, di questo mondo
l’ombra delle tue dita si stampa
sul candido del foglio, la punta della penna;
stai dentro le parole, stai ogni giorno dentro le parole
nella forma delle cose mentre le si osserva
e ogni forma diventa una forma di tristezza
il tuo lungo ingresso alla cenere.

Rimetta a noi i nostri cieli la parola aggiustata,
un segnale nutrito dal lampo nel poco di nessun conto
nel conto dei giorni vissuti senza cura
e abbracci, ma senza abbagliare,
ogni minuto preso dal vento
e il presente di queste mani
come se fosse eterno.


La poesia appartiene all’uomo più di quanto egli creda in se stesso.

A voler argomentare la questione partendo dagli archetipi junghiani, potremmo dire che le parole esprimono simboli che si traducono in immagini e che l’origine stessa non è qualcosa che appartiene al sub cosciente di chi scrive, ma piuttosto deriva da contenuti primordiali e che sono di tutti.

Al di là delle possibili dissertazioni che di certo annoierebbero la maggior parte di coloro che sono arrivati a leggere sin qui, la poesia è atto che più di altri si avvicina all’atto divino della Creazione.

Tanti poeti hanno reso in versi il significato appena espresso, ognuno con la sua peculiarità e ognuno nel proprio tempo. E ne riparlerò presto. Forse.

Credo che rileggere questa poesia di Pierluigi Cappello consenta di apprezzare non soltanto l’autenticità espressiva che si percepisce all’istante già dai suoi primi versi, ma offra spunto per bellissime riflessioni.


Poiein è atto che scorre, fare che diventa parola, corpo che sente dimensioni umane, “la punta della penna”, forma di cose osservate, colore che cambia alla luce, vita che si trasforma, trasfigurazione di altro in altri, preghiera, inno, canto, controcanto, bestemmia, “il tuo lungo ingresso alla cenere”, parola inframezzata da suoni, maschera che cade, maschera da indossare, verità e fandonia, tempo che scorre e tempo fermo, espressione di tristezza e di gioia, cammino verso la morte, “un segnale nutrito dal lampo”, visi che non ricordi e quelli che tornano, sala buia di un cinema, casa dei nonni, libri che hai amato, parole non dette e pentimento per aver detto, “ogni minuto preso dal vento”, sorriso di sconosciuti, déjà-vu, bianco e nero, barca a vela che si perde sulla linea dell’orizzonte, negativo di una foto, rumore di tacchi sul marciapiede, odore di rose in fiore, ”e il presente di queste mani”, imperfezioni che si fanno verso, calda pelle sulla quale soffiare, cicatrici di ginocchia sbucciate, dannazioni per colpe che non si hanno, ponti sull’acqua, intreccio di versi e vita che segue un flusso “come fosse eterno”.

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