PLANCTON - Silvia Longo - Siamo tutti in ballo, siamo sul più bello in un acquarello

 

Silvia Longo


Io penso sia poesia quando qualcosa raggiunge, quasi sempre in modo inatteso, una parte di me che non conosco, o che ho acquietato. O provato a dimenticare. 

So che è poesia quando avviene il fatto che commuove e muove al brivido del ridestarmi, trovandomi svestita di cotta e schinieri. So che è poesia quando non posso nascondermi, restare inevasa. Perché ciò che considero poesia viene a cercarmi per parlarmi di me. 

La poesia avviene, credo, nella circostanza in cui si creino le condizioni per comunicare qualcosa di autentico e in modo altrettanto genuino, non artefatto. È un processo di sublimazione, tanto semplice quanto inevitabile.

Ho accanto a me una poesia, mentre scrivo queste poche cose, in forma di calendario: 13 pagine più la copertina, e ogni pagina consta della riproduzione di un acquerello e di una poesia. 



È il calendario 2025 realizzato da Il coccio e la tela di Alba (CN), gestito dalla Cooperativa Sociale Alice: un centro diurno per persone con disabilità di vario grado: dal più lieve al più grave. Ho familiarità, per via del mio lavoro nel sociale, con la cooperativa Alice e i virtuosi servizi che implementa sul territorio, rispondendo alle diverse esigenze della cittadinanza. Nel dettaglio, Il coccio e la tela promuove molteplici attività per valorizzare la persona, perché possa sviluppare capacità che magari ignora di possedere, e dar voce ai propri desideri, alle proprie urgenze, al bisogno di dirsi e interagire, anche al di fuori degli ambienti protetti della famiglia e del centro stesso. 

Accade purtroppo che i centri diurni per persone con disabilità siano percepiti come luoghi chiusi, parcheggi in cui tutto resta circoscritto. E invece noi abbiamo lavorato nella direzione opposta, e cioè con la precisa volontà di costruire un luogo quotidiano, in cui mettere a proprio agio persone che altrove non riescono a inserirsi. E poi uscire fuori dal perimetro del centro, creando momenti di interazione e aggregazione, collaborando con altri enti del territorio. Organizzando laboratori per favorire l’espressione dei nostri assistiti”, mi spiegano gli operatori della struttura.




Questo calendario nasce dal desiderio di dare una forma ai valori che condividiamo, al nostro modo di intendere l’impegno con la disabilità. È dar concretezza al messaggio, per noi fondamentale, che l’inclusione sia attuabile, e il messaggio è più importante dell’oggetto stesso, sebbene l’oggetto sia qualcosa che resta, in quanto concreto. Come un segno, come un regalo per le persone che condividono i nostri valori e che frequentano il nostro centro.”

Per realizzare il calendario, abbiamo lavorato in sinergia, operatori, utenti e volontari. Gli acquerelli sono stati realizzati dai ragazzi con le maggiori difficoltà. Le frasi poetiche riportate nascono invece dal laboratorio di poesia creativa e dal gruppo donne con problemi cognitivi medio-lievi.”




Sfoglio il calendario, e ogni pagina mi commuove. I colori sfumati o a macchie, a volte vivaci e a volte più cupi, raccontano stati d’animo variegati. Mondi dentro. E le frasi riportate, di mese in mese, nella loro apparente semplicità, mi sfiorano le corde creando armonie lievi o dissonanze struggenti. Ma è la sincerità, disarmante, la vera poesia:


Mi piace/innamorarmi/perché è bello amare

Il mio cuore batte molto bene, quando sono molto contenta!

Io non vorrei essere/al mio posto!

Il cuore/è complicato/da spiegare

Là non c’è silenzio per me

C’è anche uscito/l’amore/tra noi!

Mi è scappata la parola/scusate!

Lei si apre…/ si illumina/è come dentro/a uno scrigno

Come inizio/niente male/…basta così!

Oggi sono solare/come se/ci fosse il sole/nei miei occhi…

Non ho/un corpo/normale!

Pensavo che/sarebbe bello,/che non sarebbe/male


Non credo di dover aggiungere altro. Hanno detto tutto loro, con colori e parole. Con la loro sensibilità nuda e preziosa. Con la loro urgenza di raccontarsi, di essere visti, ascoltati, compresi. Tenuti preziosi.

Metto in play Acquarello di Toquinho. Una bossa gentile, che parla un linguaggio bambino e fresco. Che mette in scena tutto della vita. La apparente semplicità di racchiudere il mondo in poche pennellate, sapendo che l’acquerello scolorirà. Ma è così bello, intanto, viverlo, dipingerlo, raccontarlo. Farne parte.

“Sopra un foglio di carta lo vedi il sole è giallo
Ma se piove due segni di biro ti danno un ombrello
Gli alberi non sono altro che fiaschi di vino girati
Se ci metti due tipi là sotto saranno ubriachi
L'erba è sempre verde e se vedi un punto lontano
Non si scappa o è il buon dio o è un gabbiano e va

Verso il mare a volare
Ed il mare è tutto blu
E una nave a navigare
Ha una vela non di più
Ma sott'acqua i pesci sanno dove andare
Dove gli pare non dove vuoi tu
E il cielo sta a guardare
Ed il cielo è sempre blu
C'è un aereo lassù in alto
E l'aereo scende giù
C'è chi a terra lo saluta con la mano
Va piano piano fuori da un bar
Chissà dove va.”



Toquinho - Acquarello




 


Commenti

  1. Sempre le tue parole incantano, cara Silvia, come le opere che ci hai fatto conoscere qui. La tua definizione di poesia è l'unica possibile

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    1. Grazie a te, amica mia speciale. Ti abbraccio con amore.
      Silvia

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