VERTIGINI - Patrizia Baglione su Nottetempo di Carlo Alessio Cozzolino

 

Patrizia Baglione

La notte si sa é la dimensione dei sogni. Quando ¹ la sera, tutto intorno si fa più silenzioso e ognuno è chiamato ad ascoltare le voci di dentro. In questa raccolta, Carlo Alessio Cozzolino coglie tutti gli aspetti del notturno, la sua più intima essenza. 

 

Diceva Leon de Rotrou: “Quello che prendo dalle mie notti, lo aggiungo ai miei giorni”. Come a dirci che solo nell’ora più tarda, alcuni misteri si aprono al mondo. 

 

Cozzolino utilizza nella sua poesia un linguaggio breve, ma efficace. Offre e si immerge nella natura, nell'amore; fino a cogliere sfumature che sfiorano il divino, la teoria del tutto. “Può la notte rimanere/ orfana delle stelle?/ Così io di te”. 


Le stelle, simbolo della notte, sono da sempre legate al tema del sogno e dei desideri. In Giappone, ad esempio, la notte delle stelle cadenti è intrinsecamente legata al festival Tanabata, un’occasione di celebrazione e speranza. La leggenda racconta di Orihime, la tessitrice delle stelle, e Hikoboshi, il pastore delle vacche, due amanti separati dalla vastità della Via Lattea. Durante l’anno, la distanza tra le loro stelle era incolmabile, ma al festival Tanabata, si crede che Orihime e Hikoboshi possano finalmente ricongiungersi. 

Le stelle cadenti che solcano il cielo sono considerate, dunque, le lacrime di gioia di questi amanti celesti che, finalmente, si ritrovano e danzano insieme nel cielo.

 

Mi fa visita la tristezza 

nel tempo in cui vai via 

e trascini con te 

il silenzio delle stelle 

dalla mia notte.

 

La notte e le stelle, hanno poi influenzato da sempre i poeti, poiché, esse rappresentano il momento di massimo confronto tra l'uomo e l'infinito.


Nottetempo di Carlo Alessio Cozzolino (Bertoni Ed. 2023)



 

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