L'INGRATO - David La Mantia - Quanto è bello l'happy end con te
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David La Mantia |
Guardavo Notting Hill stanotte.
La solita favola con il solito happy end. La solita ragazza ricca e famosa ed il solito libraio senza un soldo. So cosa pensate. Che, dopo quel finale, la differenza sociale avrebbe creato un solco, che quella culturale li avrebbe allontanati, che quella economica avrebbe detto basta ad ogni parvenza d'amore. Che sarebbe finita male, malissimo.
Sappiamo che è così.
E sappiamo che quel finale non può essere la verità. Eppure, in questo mondo che abbiamo accuratamente costruito, in cui essere figli è spesso disperazione pura, in cui la malattia mentale non esiste più, in cui ci facciamo forti dell'arroganza della ragione, questo mondo che premia il cinismo ed il disprezzo degli altri, in cui il problema centrale è lo smaltimento della spazzatura che la nostra razza produce in quantità, è bello credere ai miracoli, alla fine dell'ingiustizia.
Sappiamo che non accadrà mai, ma, mamma mia, quanto è bello piangere ed emozionarsi.
Quanto è bello e umano.
E mi viene da pensare anche ad un piccolo capolavoro della commedia americana. Una storia in cui, da una conoscenza occasionale in un motel, nasce una relazione destinata durare nel tempo con una particolarità: gli amanti, entrambi felicemente sposati e con prole, si incontreranno nello stesso luogo una sola volta all'anno.
'Alla stessa ora, il prossimo anno’ è un raffinato e divertente testo di Bernard Slade, che racconta la lunga storia di una coppia clandestina che in ventiquattro anni passa soltanto quarantotto incredibili giorni insieme
Per un quarto di secolo, George e Doris si incontrano una volta all’anno per un solo weekend in un albergo della California. E in tutti quei lunghissimi anni, la loro relazione diventa sempre più complessa, mentre viene accompagnata da diversi episodi di storia americana contemporanea.
La lunghissima relazione che racconta un rapporto che, da adulterio nato per divertimento, si trasforma in una vera e propria storia d'amore.
Ma il finale ci regala l'amaro. Ormai vedovo, George propone a Doris di andare a convivere: la donna rifiuta a causa della sua lealtà e rispetto per suo marito.
Ecco, non omnia vincit amor.
Ma quanto è bello immaginarlo, anche solo per un attimo.
Quanto è bello.
Mi fai venire in mente due commedie americane "da sogno", di cui ho perso i titoli ma che ricordo con dolcezza. Tutte e due ambientate a New York e quindi... VOGLIO ANDARE A NEW YORK !
RispondiEliminaNon omnia vincit amor
RispondiEliminae la cosa non deve sconvolgere, anzi. Valgono più di una vita intera certi istanti di felicità.
Caro David, la tua scrittura è qualcosa di meraviglioso e sa rievocare come nessuno mai.
In mente il finale di un film di Michelangelo Antonioni.. l'Eclisse
L'Amore vince sempre...
RispondiEliminaNon vince se ci aspettiamo di veder concretizzarsi le nostre aspettative. Fossimo capaci di amare e basta... quanto sarebbe tutto meno difficile. Notting Hill va visto periodicamente a scopo terapeutico insieme ad Insonnia d'amore, Un amore tutto suo e Harry ti presento Sally. A cicli, come si fa con i ricostituenti 😀
RispondiElimina...non erano felicemente sposati, se no non avrebbero tradito. Poi,, lealtà verso il marito...ma se l'ha disonorato per 24 anni... Si chiama paura, non lealtà. Non è, per me, un film romantico. È l ennesima trasposizione di un vizio umano molto comune e, nella sua tragicità spacciata per divertimento, molto banale.
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