STELLE CONTROVENTO - Maria Pia Latorre - Quando desideriamo

 

Maria Pia Latorre

Le cose più importanti non vanno cercate, vanno attese. (Simone Weil)

 

Se ci domandassero se facciamo abbastanza per essere felici, dovremmo poter rispondere sempre di sì. Per me vorrei viaggi continui del cuore sulle tracce della vita. È questo ciò che desidero e che mi rende felice.

Ma la mia mamma, quand’ero bambina, spesso mi ricordava: “Maria Pia, l’erba voglio non esiste nemmeno nel giardino del re”. Quanta dolcezza in quella voce che mi porto attaccata addosso. Era la felicità!

Ma la felicità è un’intima convinzione e non implica necessariamente che tutto nelle nostre vite proceda bene. Felicità è una intenzionalità, è movimento verso un sogno di idealità che si compie, è desiderio. L’etimologia della parola ‘desiderio’ viene direttamente dal latino ‘de sidus’, ‘de’ con funzione privativa, cioè ‘senza’, per cui ‘desiderio’ significa letteralmente ‘senza stelle’ e cioè senza buoni auspici, senza protezione, ma il valore del “de” può aprire anche a significati diversi, come “provenire dalle stelle”, che mi sembra più aderente. Comunque interpretiamo la parola ‘sidus’, il desiderio è una mancanza che pesa sulle nostre vite. 

Ma desiderare è una cosa buona per le nostre vite oppure no? 

Mi viene in mente l’atarassia tanto ricercata da Democrito e dai cenacoli dei filosofi stoici, scettici ed epicurei, fino ad arrivare a Seneca, insomma quella imperturbabilità dell’anima che sarebbe stata, nel mondo antico, l’unica vera garanzia di felicità.

Il desiderio è un sentimento che sentiamo affiorare per diversi motivi. Quando ci manca qualcosa e avvertiamo dentro di noi un bisogno da realizzare, oppure quando qualcosa di piacevole cattura la nostra attenzione, o quando ci troviamo di fronte ad una comparazione tra la nostra vita e quella altrui. 

Per Lacan il desiderio è un motore che spinge l’individuo verso una trasformazione, e sappiamo bene quanto la trasformazione sia movimento e quanto il movimento sia vita! Applicando un semplice sillogismo desiderare è vivere.

La lettura positiva che la psicologia ci restituisce del concetto di desiderio, affrancandola dalla concezione negativa della filosofia cristiana (addirittura due dei dieci comandamenti impongono il “non desiderare”) hanno in qualche maniera pareggiato i conti con una conflittualità interiore che ha attanagliato interi secoli di umanità. Anzi, credo che quanto più ci si è incamminati sui sentieri della modernità tanto più si è perpetrata un’azione di repressione del desiderio. 

La liberazione sessuale ha aperto un importante varco e, poiché questo aspetto della vita di ogni individuo è fortemente legato al nostro tema, certamente osservarne gli effetti ci conforterà nella riflessione. 

Inoltre da Jung in poi bisogna considerare che oltre al desiderio soggettivo vi sono desideri di massa, strettamente connessi all’inconscio collettivo. 

Qui mi fermo per non scantonare dal nostro orto coltivato che è la poesia.

Da diversi anni ho l’abitudine di appuntare su agende (prima è stata l’agenda nera, poi il quadernino, poi l’agenda con l’elastico) le mie esplorazioni, i pensieri sparsi e, di tanto in tanto, questi saltano fuori. 

In questo caso li lascio a voi così, volutamente slegati. 

 

Giochiamo coi sogni per scansare la vita. 

Tutto ciò che ci fa piacere, prima o poi, ci darà anche dispiaceri.

La cosa più bella del futuro è che contiene la parola ‘possibilità’.

Alcune persone sono fatte per essere ricordate, altre per essere sognate. 

 

Gianni Rodari ha affermato che soltanto i sassi non desiderano nulla: vogliono solo restare sassi e non sanno neanche di volerlo. Se i desideri fossero cavalli saremmo tutti quanti cavalieri. William Shakespeare ha scritto: “Folle è l’uomo che parla alla luna, stolto quello che non l’ascolta”, e poi Carlos Saavedra Weise ha sintetizzato con lucida poesia: “Quando sogna, l’uomo è un gigante che divora le stelle”.

Beh, credo che tenere gli occhi puntati sul cielo sia sempre un’idea vincente. 

Buona e appassionata ricerca a tutti.

 

Desiderio di cose leggere di  Antonia Pozzi  

 

Giuncheto lieve biondo
come un campo di spighe
presso il lago celeste

e le case di un’isola lontana
color di vela
pronte a salpare –

Desiderio di cose leggere
nel cuore che pesa
come pietra
dentro una barca –

Ma giungerà una sera
a queste rive
l’anima liberata:
senza piegare i giunchi
senza muovere l’acqua o l’aria
salperà – con le case
dell’isola lontana,
per un’alta scogliera
di stelle –

 ***

 

I desideri   di Alessandro Baricco

 

I desideri stavano strappandomi l’anima.

Potevo viverli, ma non ci sono riuscito.

Allora li ho incantati.

E a uno a uno li ho lasciati dietro di me.

Ho disarmato l’infelicità.

Ho sfilato via la mia vita dai miei desideri.

Se tu potessi risalire il mio cammino,

li troveresti uno dopo l’altro,

incantati, immobili, fermati lì per sempre a segnare la rotta

di questo viaggio strano che

a nessuno ho mai raccontato se non a te.

***

Sulla luna di Gianni Rodari

 

Sulla luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.
Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.
Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.
Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella luna
lui da un pezzo ci sa stare…
A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.
Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla luna e sulla terra
fate largo ai sognatori! 

 ***

Vorrei essere   di  Margaret Atwood

 

Vorrei essere

l’aria che abita in te

per un momento

solo uno.

Vorrei passare inosservata

ma esserti necessaria. 

***

Ho l’anima bagnata    di  Federico Garcia Lorca

 

Ho l’anima bagnata 

di cose impossibili

che fa piovere 

su di lei il mio

vago cuore 

 


Commenti

  1. Interessante quanto piacevole carrellata, sia pure nella sintesi imposta dalla forma "saggio breve"

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