L'INGRATO - David La Mantia - I ribelli servono davvero?

 

David La Mantia

Beat come ribellione. Beat come battito. Beat come ritmo. Beat è il richiamo alla vita libera e al Carpe diem, alla consapevolezza che la vita è qui, è adesso. A Beat, inoltre, venne attribuito, giocando con le iniziali, anche il senso di beatitudine (beatitude), nel significato di salvezza ascetica ed estatica, tipica dello spiritualismo Zen, ma anche aderente alla ricerca di un falso Nirvana provocato dalle droghe, dall'alcol, dall'incontro carnale e frenetico, dal parlare come una mitraglia, trasformando la poesia nel vomito dei contenuti mentali, del pregiudizio, come fosse spazzatura da gettare via. Ma Beat può anche essere tradotto da un lato con «battuto», «sconfitto», segnalando l'inevitabile sconfitta di una generazione dovuta alla società, alle sue costrizioni, dagli schemi imposti ed inattaccabili; e dall'altro con la necessità di abbattere un sistema, un establishment, che ci vuole tutti servi.

Cosa fu la Beat Generation, dunque? Un modo di sentire centrato sulla rivoluzione dello stile, sul rifiuto di regole imposte, sulla sperimentazione delle droghe, sullo studio delle filosofie e delle religioni orientali, sul rifiuto del materialismo, del consumismo e di una civiltà del profitto, su rappresentazioni violente, esplicite e feroci della condizione umana. Tutto questo si incarnò in un gruppo di scrittori americani intorno al 1950, un gruppo che comprendeva Kerouac, Ginsberg, Corso, Ferlinghetti, Burroughs e Lamantia, solo per citare i piu famosi. 

Ed ebbe un senso, fu un seme? O serví a confermare uno status quo, fu inglobata dal sistema, trasformata in una icona, resa imbelle? 

Non so. Non ho risposte. Le lascio a voi. 

 

A chiudere, due testi indimenticabili

 

Pietà per la Nazione di Lawrence Ferlinghetti

Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore

e i cui pastori sono guide cattive

Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi

i cui saggi sono messi a tacere

Pietà per la nazione che non alza la propria voce

tranne che per lodare i conquistatori

e acclamare i prepotenti come eroi

e che aspira a comandare il mondo

con la forza e la tortura

Pietà per la nazione che non conosce

nessun’ altra lingua se non la propria

nessun’ altra cultura se non la propria

Pietà per la nazione il cui fiato è danaro

e che dorme il sonno di quelli

con la pancia troppo piena

Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini

che permettono che i propri diritti vengano erosi

e le proprie libertà spazzate via

Patria mia, lacrime di te

dolce terra di libertà!

 

e l'incipit de L'urlo di Ginsberg

(Per Carl Solomon)

 

«Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla

pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri

all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo

ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel

macchinario della notte […].»

 


Commenti

  1. Qualsiasi sia la risposta, restano due testi memorabili. Grazie, David!

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  2. Mauro Barbetti16/09/24, 16:36

    Entrambe le cose: ebbe un senso, creò aspettative e cambiò vita e modo di pensare a molti (fino anche a tragiche conseguenze), ma alla fine fu resa innocua, sfruttata e inglobata.

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