IL LADRO DI STELLE - Marco Brogi - Suggestioni intorno a “Siamo fatte di carta” di Floriana Porta e Anna Maria Scocozza

Marco Brogi

 

Questa non è una recensione, non è una nota critica, non è niente di tutto ciò che attiene all’analisi di un corpus poetico, che al pari di un corpo umano non voglio studiare, ma guardare, mettere al centro del mio occhio emotivo. Per provare a emozionami. E il gioiello forgiato a quattro mani da Floriana Porta alle parole e Anna Maria Scocozza alle immagini ne dona di emozioni.

Scrivo queste righe mentre sta piovendo e dalla finestra vedo passare qualche ombrello. Siamo tutti soli. Nella pioggia e nel sole, nella gioia e nel dolore.

E mi piace pensare, e magari ci azzecco, che Floriana e Anna Maria abbiano unito le forze per farsi (ma anche per farci) compagnia e creare un ponte tra le persone, le cose, e soprattutto tra la poesia e l’arte.

E’ vero che siamo fatti di carta, ma insieme la carta si fa più resistente e quindi questo libro prezioso e insolito che raccoglie versi, haiku, tanka, aforismi e riflessioni di Floriana e opere d'arte di Anna Maria Scocozza realizzate con materiali di recupero (carta, cartone, vecchie riviste, ecc.) è una metafora perfetta della fragilità dell’essere umano e della sua possibilità di resistenza grazie all’unione delle sensibilità e delle solitudini.

Siamo fatte di carta (VenturaEdizioni, 2024), presentato l'8 marzo di quest’anno al Museo Andersen di Roma, è un viaggio poetico e artistico nell'universo femminile.

Le parole di Floriana raccontano la violenza sulle donne, esplorano il sentire, i misteri ma anche la luce dell’esistenza, soffermandosi anche sul senso dello scrivere poesie: “la poesia traduce le ansie,/ le ferite e le lacerazioni”/ , camminando a braccetto per i sentieri dell’universo interiore con le delicate creazioni di Anna Maria: orecchini, volti, scarpe, farfalle, realizzate con materiali di scarto. In questa epoca feroce materiali di scarto sono anche i diritti, la dignità, il rispetto delle donne e degli invisibili.

Offrendo una rinascita agli oggetti buttati o non utilizzati, Siamo fatte di carta allude anche alla necessità di offrire una rinascita agli ultimi e alle anime offese, ferite.

Siamo fatte di carta – scrive nell’introduzione la scrittrice Sara Durantini - ha la particolarità di porsi come un dialogo intimo tra la parola e l’immagine, un incontro tra poeta e artista. La sua semplicità materiale si contrappone alla ricchezza creativa, sfidando l’idea tradizionale di valore nell’arte. Forte del richiamo affettivo al genere dei livres pauvres, questo libro sembra volerci ricordare che l’arte non è definita dalla sua opulenza, ma dall’impronta unica dell’espressione umana, dalla connessione emotiva che evoca nell’osservatore, dalla valorizzazione della qualità artistica e umana al di sopra della quantità materiale”.

Intanto ha smesso di piovere e ho concluso questo scritto. Non smettono invece di piovere speranze da questo libro un po’ magico che regala una seconda vita ai materiali di scarto. Tutti, infatti, chi più chi meno, in certi momenti ci sentiamo scarti e sogniamo una seconda vita.


Siamo fatte di Carta - VenturaEdizioni


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