IL LADRO DI STELLE - Marco Brogi - su "Innocue tattiche" di Paolo Bartalini
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Marco Brogi |
Paolo
Bartalini ha pubblicato
nel giugno 2023 la sua settima raccolta di versi, Innocue tattiche (Puntoacapo
Editrice). Ancora fedele all’endecasillabo e a un linguaggio che non
strizza l’occhio al lettore e non ne cerca la facile complicità, Bartalini
affronta i grandi temi dell’esistenza: l’amore “Rido con te, bacio i tuoi
capelli/rapisco i nembi e mi perdo: ti pare niente?”,
l’assenza, il
ricordo, il dolore, senza perdere di vista l’altro e “quanti nel grigiore si
macerano e ravvisano squarci”.
Divisa in tre sezioni, Lunario dei gregari, Dentro la diatriba e Scritture dell’epilogo, la silloge inizia con la parola ‘abisso’ e si chiude con la parola ‘osa’, come se alla fine del percorso narrativo l’autore intraveda uno spiraglio nell’abisso, una possibilità.
E quell’ ’osa’
finale suona quasi come un invito a provarci, a tentare una fuga o comunque una
rinascita. La poesia, insomma, come attraversamento del dolore e approdo in un
luogo di luce, di armonia.
La poesia di
Bartalini richiede un lavoro di scavo, di penetrazione nel significato, che sta
in profondità, e raggiungerlo è faticoso, ma è una fatica ripagata da scintille
di bellezza. Come in questo testo:
Dove
Nel calore di
un cullare armonico.
Nell’identità
marchiata allo schermo.
Nello
spiffero che sconquassa le ante.
Nella quiete
di quartieri umbratili.
Nelle liriche
di letizia e angoscia.
Nel diverbio
che sprona alla crescita.
Nella carezza
al cane in dormiveglia.
Nel miscuglio
di arterie e polpastrelli.
Nelle pagine
di autore ignorato.
Nel garbo a
profusione ripudiato
fino a
spiazzare i tuoni, mi arrabatto.
Un fregio
sterile, un grazie alle ortiche.
Degna di attenzione
anche questa tenera poesia:
Quaderno del
babbo
Considera i
benefici del miele.
Te li
raccomando nei pomeriggi
di debole
verve, negli intermezzi
fra chimere e
labari di ideali.
Traduci vampe
e tramonti sui diari,
ripeti pareri
pari a gruzzoli
nell’operoso
viaggio e otterrai
silenzi saggi
dai vulnerabili.
A ogni orma,
un assenso: nega ad affranti
sguardi il
titolo di cittadinanza.
Se soltanto
pazientasse la lepre,
alacre sarei
a riempire i divari.
Scortami nel
sogno di sentieri agili
per questa
volta, nell’età che avanza.
La vita è
complessa, indecifrabile, e la poesia, sembra dirci Bartalini con i suoi testi
ardui (densi di allitterazioni: ‘vitto vietato’; ‘restituiscimi
ribalte’; ‘ nocche nude’; ‘caffè fresco’), non può che
riflettere questa complessità. Senza sconti.
Giornalista freelance,
iscritto all’Albo Pubblicisti della Toscana dal 1993, Paolo Bartalini
collabora da oltre trent’anni con il quotidiano La Nazione, edizione di
Siena, occupandosi soprattutto di cronaca e di sport locali. Dal 1995 attivo
anche presso l’emittente Radio Rosa, curando la parte dell’informazione
con notiziari e rubriche. In poesia ha pubblicato:
Le pietre e i
diamanti (Lalli, 1986);
Sentiero per barche (I quaderni del battello ebbro, 1996); Rifugio
senza uguali (LietoColle, 2005); Rampe del buon pane (Florence Art,
2013); Piccola corrispondenza fuori sacco (Gilgamesh, 2017); Doni di
un domani (Pequod, 2021).
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