Marco Brogi - La Poesia che si tocca
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Marco Brogi |
Rincasando da "Terra Di Mare", il Festival
di Poesia di Grosseto
Ma allora la
poesia non è ‘solo’ la paura di morire messa in versi, il tentativo di
cristallizzare un attimo o di dare momentaneamente aria a una parte di noi o
del mondo a corto di fiato, la disperata ricerca di partorire una parola che
resti.
Ma allora la poesia non è solo quella virtuale, quella dei social, quella dei premi letterari, quella dei poeti che vedi, leggi, ma non tocchi.
Sto scrivendo di getto in macchina fermo su una piazzola dell’Aurelia rincasando da Terra Di Mare, seconda edizione del Festival di poesia di Grosseto, dove ho scoperto che la poesia si può toccare, anzi: si tocca.
Ma allora la poesia ha gambe, mani, bocca, sandali, gonne colorate, rossetto, jeans, camicie a fiori.
E soprattutto ha
un cuore grande.
Come quello di
chi ha costruito e partecipato all’ombra della Fortezza a questa due giorni di
incontri, letture, strette di mani, abbracci, bicchieri di vino.
Niente che
avesse a che vedere con la formalità, la spocchiosità e il clima da
competizione, che può andar bene per una partita di calcio ma non per la
poesia.
Ho conosciuto (o
semplicemente riconosciuto), annusato, abbracciato, persone belle, vere, venute
anche per ascoltare gli altri autori.
Ma allora la poesia non è solo quella che “Porta con sé un segreto”;[1]
Ma allora la
poesia non è solo svelare “La verità che giace al fondo”;[2]
Ma allora la
poesia non è solo ‘Speranza di “Attingere quei nodi di luce che sotto gli
strati superficiali, diversissimi tra individuo e individuo, sono comuni a
tutti, anche se pochi ne hanno coscienza”;[3]
Ma allora la poesia non è solo
farsi “Voyant par un long, immense et raisonné dérèglement de tous les sens”
(“Veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i
sensi”);[4]
Ma allora la poesia non è solo l’impossibilità di svelarci la “formula che mondi possa aprirti”.[5](5)
Ma allora la poesia è anche (o soprattutto?) scambiare versi e pareri, sguardi e cazzate, parlare di metrica e spaghetti con le vongole, di Rocco Scotellaro e Maradona.
A tutti quelli che ho incontrato nel verde amichevole della Fortezza di Grosseto: da ora in poi non sarete solo dei nomi e delle immagini della piazza virtuale, ma abiterete nelle mie stanze più intime.
Ho
abbracciato i vostri nomi
ho nominato
a lungo i vostri visi
sulla strada
del ritorno
siete un
tentativo di infinito
un nido
ricavato in un altrove
[1]
Giuseppe Ungaretti, intervista
a Rai 1, 1961
[2]Umberto Saba, Amai, da Tutte le poesie, a cura di Arrigo Stara. Presentazione di Mario Lavagetto. Mondadori, 2024
[3]
Giorgio Caproni, Sulla poesia,
Italo Svevo Edizioni, Trieste-Roma 2023
[4]
Artur Rimbaud La lettera del
veggente a Paul Demeney, Oligo, 2021
[5] Eugenio Montale, Non
chiederci la parola, da Tutte le poesie, Mondadori, 2018
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