Patrizia Baglione – Fernanda Ferraresso "Cartoline dalla casa del tempo"

 

Patrizia Baglione


In quest’opera così densa di immagini e significati, Fernanda Ferraresso si rivela in una scrittura che fluisce in tutta la sua discorsività.

Una sorta di diario che imprigiona attimi e abitudini di una vita trascorsa in totale armonia con la bellezza: essa viene scovata e sguainata come una spada di cristallo.

L’attenzione è così tanta che la stessa autrice utilizza, per la copertina, un’immagine digitale da lei realizzata: raggi potentissimi a raggiungere il cuore del lettore, scovando con la forza della luce persino i punti più bui.


Avevo solo sei anni/ e non sapevo niente/ la nostra casa bruciava/ e io stavo sulla porta.


Una poesia senza interpunzione, colpita da un flusso viscerale che prova a farsi materia.

La Ferraresso ripercorre i passi di quella bambina in continua osservazione, quando l’innocenza riusciva a fare capolino e non si conosceva ancora la differenza tra vita e morte. Il mondo, tutto il mondo era un enorme ventre in cui abitare.

Poi, negli anni successivi all’infanzia, la dura consapevolezza:


Mi sono guardata intorno e mai ho trovato/ né terra abbastanza né una casa da abitare/ ed tutto così sempre triste stretto modesto piccolo […] se mi guardava intorno le case avevano tutte le porte chiuse.


La connessione tra cielo e terra che riesce a tenere Fernanda è tanto potente quanto fragile. Il testo viaggia in questo continuo movimento fisico e mentale tutto avvolto nel mistero della vita stessa.

L’inconscio dialoga con la parte narrante, ne custodisce la forma e la sensazione primaria. Una dichiarazione aperta sul tempo e lo spazio che ci apprestiamo a vivere: cartoline a ricordare che sogni e realtà possono sempre ritrovarsi nel luogo del dicibile.


*

Dove sei - a volte ti chiedo 

come fossi un'altra nascosta per un attimo 

in un letto di neve o più sotto 

cieca in una quieta manciata di torpore 

dormi forse in un crepaccio del mio sonno 

o muori assopita nel silenzio del tuo cuore 

ed io che vengo a cercarti 

io che vengo per rapirti a me stessa 

corro in una ripida discesa 

e oscura lungo uno specchio scivoloso 

con la solita luna di sasso discorro 

tu stai ferma e non ti riconosco 

non hai fiamma o luce o voce 

né il mio sangue nel tuo fluire ti racconta 

stai come un'anima annuvolata in un'ombra intangibile 

e non ho mani per toccare i tuoi occhi 

perché lo so tu mi guardi e mi cerchi 

i miei occhi sono i tuoi sguardi

il cristallino involucro con cui sciogliamo insieme 

il labirintico reticolo che ci tiene così 

dentro un comune ostacolo nel fondo del tempo 

in cui cadremo un giorno l'una sulla faccia dell'altra 

a fine distanza noi finalmente saremo la stessa notte 

in una quieta stanza. (1)


1. Fernanda Ferraresso, cartoline dalla casa del tempo, Ed. Terra d’ulivi, 2021


.
Fernanda Ferraresso - Cartoline dalla casa del tempo


Commenti

  1. "la casa del tempo" non è solo mia poiché ogni lettura, sempre soggettiva, ogni volta nutrendosi dello sguardo di chi legge, si può stringere o amplificare su alcuni punti focali, su livelli di lettura propri di chi entra in questo spazio aperto che è la scrittura e la lettura che si anima. Ringrazio per questo attraversamento e l'attenzione di Patrizia maglione che arricchisce anche il mio sguardo. f.f.

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