Mauro Barbetti - Il campo delle Scritture Non-Liriche (Parte 3a)-LA SCRITTURA ELETTRONICA
Mauro Barbetti |
LA SCRITTURA ELETTRONICA:
NOTE A MARGINE DELLA MOSTRA
“CIBERNETICA E FANTASMI”
(RECANATI 15-30 dicembre 2023)
INTRODUZIONE:
Uno dei campi in cui si sono esplicitate scritture non-liriche è quello della
cosiddetta scrittura elettronica, quella cioè che si avvale di un supporto o un
linguaggio elettronico per la sua stesura e in cui spesso l'intervento
dell'autore si dà a priori (programmazione dell'elaborazione) e/o a posteriori
(selezione dei risultati ottenuti). L'interessante mostra progettata dall'Associazione
Sineglossa presso Villa Colloredo Mels a Recanati a chiusura del
2023 è stata un'ottima occasione per avere uno sguardo d'insieme su questo
versante della produzione artistica.
L'allestimento
della mostra idealmente si apre con uno dei primi esperimenti di commistione
tra tecnologia e poesia. Era il 1962 e Nanni Balestrini concepiva il suo
Tape Mark I (dal nome del nastro magnetico per IBM 7070 che
fungeva da memoria durante il progetto). Grazie ad un algoritmo il poeta
ottenne varie ricombinazioni di tre testi tratti da Diario di Hiroshima di
Michihito Hachiya, il Mistero dell'ascensore di Paul Godwin e Tao
te Ching di Lao Tse, che, manipolati secondo alcuni parametri
impostati in fase di programmazione, hanno dato luogo a nuove e originali
composizioni. Di seguito alcune delle sestine prodotte:
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Girando
la mostra in senso antiorario troviamo poi il lavoro proposto da uno dei
maggiori rappresentanti della scrittura di ricerca in Italia, quel Marco
Giovenale che da anni, anche tramite il suo sito Slowforward e il contenitore
di materiali espressivi Gammm da lui co-fondato, funge da telescopio
sulle varie sperimentazioni e tendenze nazionali e internazionali. Sequenze di
sei, è un lavoro composto da sei “sought texts”, che letteralmente
significano testi cercati, estrapolati, da quell'immenso contenitore che è
Internet e che rappresenta il collettore e il miscelatore di tutte le
espressioni di varia umanità ivi presenti.
È lo
stesso Marco Giovenale a spiegare che "quando si produce un
testo attraverso tecniche di googlism, o comunque interagendo con contenuti
trovati in rete in forma aggregata, si elabora essenzialmente una serie di
risultati di ricerca [...] e quanto più le chiavi da noi immesse (le parole
selezionate per la ricerca) sono semanticamente distanti o in frizione tra
loro, tanto più intriganti e spesso bizzarre saranno le scintille testuali che
potranno nascerne.”
K. Silem
Mohammad, a sua
volta, spiega che “i sought poems emergono come il risultato di una
chirurgia invasiva operata su corpi pre-straziati. [...] Il sought poem non è
atteso passivamente, ma provocato, pungolato ed incitato all'esistenza. Il
poeta così assume un livello di coinvolgimento che è, in molti modi, vecchia
maniera: ancora una volta mette a pieno regime il suo ego manipolatorio, e
diviene responsabile di strutture aggressivamente intenzionali.”
Nei vari
display Giovanale ci mostra anche i vari passaggi, le varie asportazioni
e/o saldature operate sui testi di partenza fino al prodotto finito, quasi in
una sorta di “visita didattica” al suo laboratorio di poesia e ai suoi
strumenti di lavoro.
AGGIORNATO
ma è aggiornato? ma è umano?
supera i jpeg? la migliore qualità è ciò che è vuoto in
questo file?
fa un bagno di dna? arriva a sentirsi superiore?
passa senza problemi al checkpoint?
fa scene scritte? si veste di celeste?
I contenuti obsoleti dei sistemi funzionano? Sei
soddisfatto? Segui le indicazioni del calendario? per il club]
eliélite? lanci un sensore di carne? un drone?
stai semplicemente tornando in cima alla galleria
fotografica di morti?
ti rilassi?
sali in cima al grattacielo? c'è una piscina vero? da lì si
possono salutare gli aerei che vanno a sud?]
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La terza
installazione artistica viene dagli U.S.A., è datata 2018 e si intitola “The
road”. Si tratta di un libro
scritto, per quanto appaia assurdo, usando un’auto come penna.
L'ideatore
del progetto si chiama Ross Goodwin ed è uno sviluppatore informatico
che ha pensato di collegare un pc integrato con una intelligenza artificiale e
montato in auto a una serie di devices (telecamera, gps, microfono,
orologio, stampante ecc.) rendendolo capace di elaborare un testo in autonomia
che si è sviluppato da sé attraverso i feed-back raccolti dai
dispositivi durante il tragitto fatto da New York a New Orleans.
La
storia veniva stampata direttamente “on the road” lungo rotoli di carta
esposti nella mostra. La domanda fondamentale che potrebbe porci questo lavoro
è: quale autorialità sarà ancora possibile in un mondo dove la macchina può
produrre combinazioni infinite di versi?
Traduzione del testo nella prima foto:
“3:18
del pomeriggio, il sole splende attraverso le nuvole di una giornata chiara. Un
uomo siede in una casa. Le mani appoggiate al ventre, ci sono oggetti sul suo
ventre, oggetti che abitualmente sono sul suo ventre, sul suo ventre stanno una
biglia, il coltellino tascabile, una mela marcia. Attorno a lui ci sono tavoli,
polvere, fasci di luce, ventole, persiane di legno alle finestre, silenzio,
grigiore, uccelli che s'abbassano nel cielo e vento. L'uomo siede e prova a
ricordare. Chiude gli occhi e prova a ricordare. Ricorda qualcosa. Ricorda sua
madre, suo padre, suo fratello, sua sorella. Li ricorda come pure idee...”
*****
Un altro
artista italiano che da anni sta sperimentando una testualità non lineare
tramite l'interazione/integrazione dei suoi scritti con le nuove tecnologie è Fabrizio
Venerandi. Venerandi è poeta, romanziere e anche creatore di giochi
multimediali (suo il primo videogame online italiano (Necronomicon
1989); faccio notare a tal proposito che i videogiochi hanno l'intrinseca
necessità di una narrazione non lineare, in quanto devono prevedere uno
sviluppo diversificato della storia a seconda della risposta-stimolo data dal
giocatore.
Segnalo inoltre di Venerandi uno straordinario ebook “Poesie elettroniche” del 2016 in cui i testi si modificano nel dispositivo di lettura (pc o e-reader) a seconda dell'azione del lettore: possono scomparire progressivamente, trasformarsi in nuovi versi, collegarsi ad altre parole, rimescolandosi e mutando continuamente nella pagina elettronica e creando ogni volta testi nuovi e associazioni diverse.1
Alla mostra di Recanati Venerandi ha portato un suo recentissimo lavoro intitolato “È bellismo” una sorta di fotoromanzo elettronico. L'autore ha fornito un prompt iniziale all'AI che ha provveduto a generare l'immagine iniziale della storia in stile fotoromanzo. L'immagine a sua volta è servita all'autore a creare l'ulteriore sviluppo del testo che quindi è stato creato sia dall'autore umano (parte scritta), sia autore-macchina (parte grafica)
Per non annoiare il lettore rimando la descrizione degli
altri progetti esposti a Recanati al prossimo articolo su questo lit-blog.
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