RUGIADE. Novità sugli scaffali - Melania Valenti su "Diario femminile singolare" di Ester Guglielmino, Delta3 Ed.
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Ester Guglielmino, Diario femminile singolare, Delta3 Ed. |
Nel mese di Marzo 2025, edita da Delta3 Ed. per la collana Plenilunio diretta da Emanuela Sica, esce la raccolta poetica "Diario femminile singolare" di Ester Guglielmino. É divisa in sette sezioni (Radici, Parole, Vita, Amore, Disamore, Femminile singolare, Partenze), ciascuna introdotta da citazioni illustri, dalla Pozzi alla Sexton, dalla Dickinson alla Cavalli, a Pablo Neruda o Montale, e con due poesie fuori sezione, all’inizio e alla fine dell’opera.
Con un linguaggio fortemente evocativo, ma che, pur poggiando
su fondamenta colte, riesce a farsi familiare e quotidiano, l’autrice rivendica
la sua appartenenza alla terra di Trinacria, una terra assolata, dove gli
elementi naturali si fondono con gli odori e i sapori di Sicilia, dove gli
oggetti sanno di memoria e appartenenza:
III. Cerchio bambino
L’odore della domenica mattina
era un misto di acre e dolce
che filtrava dalla porta,
era un vocio nervoso e fresco
che permaneva denso
in mezzo alla cucina,
era un suono rassegnato
di mestoli e di mani – attente
e leste a insaporire ogni dolore.
Non ci pensavo – allora –
a quanto tutto fosse provvisorio,
a come il tempo inganna
con la sua ricetta falsa
del “tutto sempre uguale”.
E adesso – che non è rimasto
più nessuno giù in cucina
e che sono le voci nostre a farsi canto
per chi dorme su sereno –
il tempo torna a riannodarsi
nel cerchio suo bambino,
s’inventa cibi nuovi, nuovi piatti
e nuovi odori, per sopravvivere
alla morte con tutti i suoi sapori.
Proprio dalle Radici Guglielmino inizia a dipanare i suoi versi, per narrare di affetti, appartenenza, amore e disamore e, soprattutto, per celebrare la donna, ad iniziare dalla madre per giungere a divenire portatrice di messaggi universalmente femminili., come nella lirica che segue, dove la circolarità del tempo rappresenta la madre divenuta figlia:
VIII. La stanza blu
Verrò a trovarti, madre,
nel blu di quella stanza
che hai costruito intorno,
ci sono finestre aperte
a tutte le pareti e aria
che solleva polvere
agli angoli più ciechi;
ti siederò alle ginocchia,
meta dei miei passi bambini,
e non parleremo più di niente
perché più niente potrà
toccarci il cuore. Ascolterò
nelle radici il tuo respiro antico
e cercherò dentro le vene
tutti i mondi crollati giù
per strada. E ci specchieremo
– ancora assieme – nel rosso
ovale delle tue unghie lucidate,
chissà cosa ci vedi ora:
una macchia arresa,
un’incrinatura scolorita?
Forse solo la rifrazione
di un’immagine che
non s’intona più alla vita.
Quanto al versificare, Guglielmino «conosce in pienezza la metrica e gli artifici retorici, ma sceglie consapevolmente una eleganza semplice e quasi caproniana, rifiutando gli effetti speciali delle classicheggianti anastrofi e degli iperbati in favore di ipallagi e analogie. Scelte per creare echi e richiami, sempre», riportando quanto scritto nella accurata prefazione da David La Mantia.
Vi è molto, in questa silloge, molto da cogliere già alla
prima lettura, come altrettanto che sedimenta e poi torna a risalire con nuova
linfa. Chiudo questa RUGIADA con la poesia che chiude l’ultima
sezione, e che dà anche il titolo alla silloge, seguita da uno stralcio della acuta postfazione di Emanuela Sica, preziosa lettura di questa altrettanto preziosa raccolta.
X. Diario femminile singolare
Sono polvere bianca
di carne e miele sottile,
sono squarcio di luna
che snuda cangiante
di raso il blu della sera,
sono pane e costato,
latte e sangue che viene,
sono polpa e saliva
che trema di luce diffusa,
sono falce d’amore
brillio di lucciole nuove,
sono un velo di vetro
che increspa le strade
bagnate di pioggia leggera.
«Diario femminile singolare non è solo un resoconto personale, ma una testimonianza collettiva. È una “geometria dello spirito di Eva” che si fa “riflesso” indipendente per chi legge, offrendo pensieri che trascendono l’esperienza individuale per parlare a tutte le donne – di ieri, di oggi e di domani. In un mondo che spesso cerca di uniformare le identità, Guglielmino ci ricorda che la vera libertà sta nella diversità, nella singolarità irriducibile di ogni percorso».
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