POESIA? NO, GRAZIE - Vincenzo Lauria - L'abcE della poesia

 

Vincenzo Lauria



Nell'ultimo numero della rubrica "Poesia? No, grazie!" ci muovevamo, con ironica circospezione, in un territorio riservato a creature prescelte: le élite del "sordido mondo" poetico. Accettando di buon cuore il consiglio del lettore X (a lui rimanendo sempiternamente grati per il battesimo di questo appuntamento mensile) proviamo a seguire nuove direttrici. Lo immaginiamo già aprirsi in un largo sorriso e dandoci un'ideale pacca sulla spalla, compiacersi di vederci finalmente deporre le velleità poetiche in migliaia di falò sotto una complice luna.


Così purificati, abbandoniamo le ceneri delle forme poetiche addentrandoci nella lettura di "Confessioni di un misantropo" (edito da La nave di Teseo) di Claudio Pozzani* che credo non abbia bisogno di presentazioni ma del quale riporto comunque, in nota, una breve biografia.

Se proprio non potessimo fare a meno di categorizzare il genere letterario di appartenenza di questo libro (non sia mai ci sfuggisse l'occasione di appiccicare l'ennesima etichetta!), potremmo ricorrere alla dedica apposta generosamente dall'autore, in occasione di un incontro alla libreria Brac di Firenze lo scorso Aprile: "A Vincenzo questo labirinto di idee, pensieri e grida".

In un ipotetico 1 Aprile 2025 (immagino l'ittica coincidenza non sia casuale) ha inizio un cortocircuito tra il protagonista Athos Rossini, poeta e giornalista di costume e società, e François Constantin neo-deputato e carismatico leader di un movimento politico. Grazie a questa elezione, François viene scarcerato dopo aver scontato cinque dei dieci anni della condanna comminatagli per essere stato a capo di un commando che aveva giustiziato, in diretta televisiva, la troupe e i partecipanti a un reality, durante le immancabili nomination.

L'incontro tra François e Athos contribuirà in maniera significativa alla cosiddetta "rivoluzione automatica". Riporto, per semplicità, alcuni estratti del libro per introdurre gli scenari che la anticipano.


"La forbice tra ricchi e poveri era aperta come al solito e come al solito era tagliente verso il basso. E non era neanche aumentata la distanza tra ricchi e poveri: era solamente successo che molti dei primi erano andati a ingrossare le fila dei secondi. I mercati erano talmente globali che ormai non esistevano più le economie dei singoli Stati. C'era un sistema piramidale su base planetaria e transnazionale per cui tutto era dominato da una sorta di oligarchia formata da una decina di gruppi industriali che a loro volta erano divisi in sottogruppi e così via....La "rivoluzione automatica" affondava la sua ragion d'essere solamente nel decadimento della qualità in ogni comparto della vita umana: politica, cultura, gioco, convivenza".

"Il paese era in preda al caos. Dopo la strage che decimò buona parte del governo e la rivolta di piazza contro le banche e le borse, l'unico messaggio che pareva poter ristabilire l'ordine puntando sui valori culturali ed etici era il nostro e questo non sfuggì a chi aveva in mano la sicurezza del paese" ... "Nonostante la povertà crescente e l'indifferenza verso arte, cultura, bellezza e ricerca, che anni e anni di meschinità al potere avevano fatto considerare inutili orpelli, si avvertiva nell'aria che le cose stavano cambiando; che la maggior parte della gente voleva interessarsi di più all'essere che a un avere ormai diventato arduo se non impossibile...."Congiunzioni astrali, circostanze fortunate e soprattutto centinaia di mezzi da guerra di ultima generazione....fecero in modo che ben presto ci trovassimo alla guida del paese".

Ha inizio così, in breve, "la dittatura dei creativi" o "quadrumvirato dei creativi" composta da François, meglio conosciuto come comandante Mark ("un uomo dalla volontà e dalle ambizioni irrefrenabili, che aveva sempre sognato di essere il capo di una nazione e di forgiare il popolo facendolo diventare efficiente, rispettoso e spingendolo verso un ideale di giustizia") dallo stesso Athos Rossini ("voleva che i valori come Arte, Cultura e Bellezza tornassero centrali nella vita della società"), da Yusuf ("desiderava che l'avvento di una nuova politica economica basata sulla sostenibilità e odiava la deriva finanziaria") e da Sandra ("personificazione della tecnologia applicata all'etica").


Cercando di non spoilerare altro, vi invito a leggere il libro spumeggiante, sarcastico, volutamente iperbolico e politically incorrect di Pozzani. Ognuno potrà fare personali valutazioni su veridicità o verosimiglianza, su utopia o distopia degli scenari fin qui descritti. Ma per ritornare all'indagine sulla disaffezione verso le forme poetiche, potremmo intanto domandarci se nella "dittatura dei creativi" non possa intravedersi, in fondo, un'evoluzione di quell'elitarismo attivo ("La poesia è di noi pochi") cui facevamo riferimento nello scorso numero della rubrica.


Arte, Bellezza, Cultura, Etica (che con un acronimo potremmo chiamare l'abcE) nelle mani di una dittatura elitaria? L'idea, volutamente provocatoria, potrebbe far rabbrividire. Ma, prima di scandalizzarci di default, pensiamo a quali sorti esse stiano andando incontro, quali profili istituzionali dovrebbero promuoverle e rappresentarle nei recenti trascorsi "democratici" e lasciamo sBocciare qualche riflessione che ci mantenga vivi se non Giulivi.

O forse sarebbe proprio quella E che aggiunta all'abc potrebbe far la differenza, in politica come in poesia?


Ah, dimenticavo! Athos Rossini, che del quadrumvirato dei creativi è parte integrante, è poeta e lo rimarrà anche durante il corso della dittatura, con buona pace del nostro Lettore X che abbiamo inizialmente illuso di averci ridotti in cenere.

E per di più, è un poeta dotato di arguta ironia, capace di parlare, dall'interno, di quel "sordido mondo"! Provare per credere: da pagina 45 a pagina 54 di "Confessioni di un misantropo" troverete "idee, pensieri, grida" in merito!


E anche su questo, parafrasando il buon Califano, non escludiamo un ritorno.


E voi, potendo scegliere, aggiungereste all'abc della poesia la E di élite o la E di etica?


Vi lascio intanto con "Liberanatemi" monologo che lo stesso Claudio Pozzani ci ha regalato nel corso della presentazione fiorentina di "Confessioni di un misantropo", ospite di Rosaria Lo Russo alla libreria Brac.


"Liberanatemi" da "Spalancati Spazi" (Passigli Editore): Guarda il video di "Liberanatemi"su YouTube








*Poeta e narratore, Claudio Pozzani è nato a Genova nel 1961. Tra le sue raccolte, La marcia dell'ombra (2009) e Spalancati spazi (2017). Ideatore di "Parole Spalancate" – prestigioso festival internazionale di poesia di Genova, premio del ministero dei Beni Culturali per la migliore manifestazione di poesia in Italia – ne è fin dall'inizio direttore e curatore. Nel 2012 gli è stato conferito il premio Catullo per la diffusione della poesia in Italia e all'estero.




Claudio Pozzani - Confessioni di un misantropo (La nave di Teseo, 2023)

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