A BACIO DI RIMA - Lina Maria Ugolini - "Pena/Sirena"

 

Lina Maria Ugolini


Vogliamo affidare a questo bacio di rima un canto flebile. Niente malie marine, tentazioni, apparizioni di code sinuose innestate a fanciulle da lunghe chiome d’alga, coralli scarlatti o capesante poste in coppa su seni perfetti. D’altra sirena si vuole catturare la pena lacerante, implorante, dolente. Lamento che allerta, ferisce, languisce.

 

Sirene nel mare della notte

una notte senza stelle

notte di perduta luna

notte di fuochi già fatui

sulla città

 

delle bombe

delle tombe.

 

[Inedito introduttivo al bacio]

 

Sirena di nave che entra in porto, a cantare la pena di tutti i migranti dei mari, afflitti, smarriti, morenti, annegati.

Sirena di fabbrica cittadina, sirena di quartiere, puntuale nella mattina e poi a quasi sera. Sirena a fine estate, a fine giovinezza, lontanissima e presente.

 

Lietamente nell’aria di settembre più sibilo che grido

lontanissima una sirena di fabbrica.

Non dunque tutte spente erano le sirene?

Volevano i padroni un tempo tutto muto

sui quartieri di pena:

ne hanno ora vanto della pubblica quiete.

Col silenzio che in breve va chiudendo questa calma mattina

prorompe in te tumultuando

quel fuoco di un dovere sul gioco interrotto,

la sirena che udivi da ragazzo

tra due ore di scuola. […] 

Vittorio Sereni da Una visita in fabbrica (1952-1958)

 

Querela amorosa d’una pena, tale il peso sull’anima di un amore non ricambiato o finito o involato. Pena impossibile da placare, dolenza da cantare, giogo con il quale in solitudine antica andare, in misura di passo e pensiero.

 

Francesco Petrarca:

Io mi rivolgo indietro a ciascun passo

col corpo stancho ch’a gran pena porto,
et prendo allor del vostr’aere conforto
che ’l fa gir oltra dicendo: Oimè lasso!

Poi ripensando al dolce ben ch’io lasso,
al camin lungo et al mio viver corto,
fermo le piante sbigottito et smorto,
et gli occhi in terra lagrimando abasso.

Talor m’assale in mezzo a’ tristi pianti
un dubbio: come posson queste membra
da lo spirito lor viver lontane?

Ma rispondemi Amor: Non ti rimembra
che questo è privilegio degli amanti,
sciolti da tutte qualitati humane?

(Canzoniere, Sonetto XIII)

 

Vinicio Capossela:

Che farò lontan da te, pena dell'anima?

Senza vederti, senza averti, né guardarti
Anche lontano non vorrò dimenticarti
Anche se è ormai impossibil il nostro amor

Come levare via il profumo al fiore?
Come togliere al vento l'armonia?
Come negar che ti amo, vita mia? […]


Pena de l'alma  




 

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