ACCORDI E RICORDI - Melania Valenti - Un giorno credi
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Melania Valenti |
Oggi, che un caldo pressante
costringe la mia finestra a sbattergli in faccia i suoi vetri e a restare ben chiusa,
rifletto sull’estate adulta, in cui lavorare è più duro che in inverno, in cui
è un lusso poter rimanere alla scrivania con l’aria condizionata, mentre si
pensa ad esami da affrontare, compiti da correggere e bollette da pagare. E
allora mi vengono in mente le Vere Estati, quelle concessemi in dono da una sorte benevola, quelle in cui si aspettavano i primi caldi per iniziare la
stagione dei bagni. Perché, da ragazzi, il caldo ti passa accanto senza rumore.
-Un giorno credi-
L'estate era la mia stagione del cuore, quando il suo nome era vacanza dalla scuola, pausa tra le materie all'università, spensierata ricerca di un mare dove tuffare speranze e sogni e intendimenti per un futuro da costruire. E gioia tra i ritrovati amici della casa al mare, quella casa che per sempre sarebbe rimasta tra i miei ricordi più intrisi di gioia e malinconia e dove ho trascorso tutte le estati della mia vita fino ai 30 anni.
Reclame televisive di
cornetti cacao e panna, da aprile annunciavano il suo arrivo, l'odore delle
maschere e dei costumi da bagno risaliva dai borsoni da tornare ad aprire, la
pelle pian piano si arrendeva alla bellezza del colore più aspettato. E
l'attesa del mio mare valeva un anno infreddolito di poche uscite e sperati
cambiamenti di rotta nella mente di chi troppo temeva e ancora di più mi vietava.
C'era un amico, tra gli altri,
nel mio mare. Gli rendo grazie adesso per le ore intense e spensierate in cui,
armonica in bocca e chitarra tra le braccia, accompagnava i crepuscoli e le
sere più felici. E per avere aperto la via alle illusioni, alle illusioni di
una vita.
Tra gli autori che più interpretava, Edoardo Bennato è nei miei ricordi legato a quei momenti, e le sue canzoni per sempre mi porteranno ai tempi in cui le onde coccolavano le barche e la sabbia faceva da cuscino ai tramonti e alle risate.
Edoardo Bennato - Un Giorno Credi ( 👈Ascolta)
Un giorno credi di esser giusto
E di essere un grande uomo
In un altro ti svegli e devi
Cominciare da zero
Situazioni che stancamente
Si ripetono senza tempo
Una musica per pochi amici
Come tre anni fa
A questo punto non devi
lasciare
Qui la lotta è più dura ma tu
Se le prendi di santa ragione
Insisti di più
Sei testardo, questo è sicuro
Quindi ti puoi salvare ancora
Metti tutta la forza che hai
Nei tuoi fragili nervi
Quando ti alzi e ti senti
distrutto
Fatti forza e va incontro al
tuo giorno
Non tornar sui tuoi soliti
passi
Basterebbe un istante
Mentre tu sei l'assurdo in
persona
E ti vedi già vecchio e cadente
Raccontare a tutta la gente
Del tuo falso incidente
Mentre tu sei l'assurdo in
persona
E ti vedi già vecchio e cadente
Raccontare a tutta la gente
Del tuo falso incidente
E ditemi voi se anche questa non è poesia…
Genuina e verace!!
RispondiEliminaMi piace leggerti!
Tesoro, sei tu, troppo gentile con me
RispondiEliminaGrazie Melania! Concordo è poesia, non posso anche fare a meno di considerare quei pochi versi il cui suono non mi convince del tutto, cito solo il primo perchè è probabile che la mia scarsa conoscenza musicale non mi faccia cogliere la motivazione: perchè nel primo verso si deve troncare il verbo? Non sarebbe più armonico 'essere' senza troncatura? Grazie se mi aiuti a capire!
RispondiEliminaAggiungo solo una cosa: quella canzone mi piace molto e la motivazione della domanda è solo di capire qualcosa in più, non di fare il pignolo!
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