Mauro Barbetti - Il Campo delle Scritture Non-Liriche (parte 5a)

Mauro Barbetti

LA PROSA IN PROSA


INTRODUZIONE: Nel 2009 esce la famosa antologia “La prosa in prosa” ad opera di sei scrittori che uniscono le loro forze attorno ad un progetto di redifinizione del concetto di poesia: essi propugnano una riduzione della scrittura al suo grado zero, cioè rinuncia al verso e ad ogni altro artificio letterario, scomparsa dell'Io e del punto di vista soggettivo all'interno dei testi, utilizzo della lingua parlata (e quindi ricorso alla prosa). 


I sei autori (Giovenale, Inglese, Bortolotti, Broggi, Zaffarano e Raos) iniziano un percorso di trasformazione e superamento dei generi letterari che, a prescindere da valutazioni personali che ognuno è libero di fare, ha comunque influenzato e influenza l'attuale contesto letterario. 


In questo scritto mi interessa tornare al lavoro del 2009 (o a testi coevi) e metterli in relazione con altre prove (precedenti o successive) del loro excursus letterario, in cui può essere rintracciata ancora una vaga forma di scrittura poetica, per dar conto di somiglianze o scostamenti nella rotta intrapresa. 

L'unica eccezione è rappresentata da Gherardo Bortolotti, che non mi risulta abbia mai pubblicato in versi.


ANDREA INGLESE – Vita


Non posso non raccontare la mia storia.
Chiamo questo: calamità autobiografica.
Doversi fare una storia, andarla ad estrarre
come una scheggia, tra i tessuti fragili
della pelle, a rischio di

sbriciolamento,

farla nascere, imprimere un’esasperante lentezza
a questa cosa mai accaduta, mai appianata,

a questa x

pulviscolare, interrotta,
istantanea,

di cui si hanno dintorni a perdita d’occhio,
coltri che circondano,

di cui si ha un infinito accerchiamento

senza possibilità di approssimarsi,
di dire: bambino, io, mia pelle, caduta sulla ghiaia.

Ci sono in compenso radiografie,
molte, a partire dai quattro anni,
rimangono quaderni di scuola,
copertine di quaderni,
rimangono dintorni, passaggi documentati, scontrini.

Di quale storia si parli non è chiaro,
renderla mia è rallentare,
dare il controdocumento, dall’interno, dal buio della x,
dare qualcosa dal centro,
inventare che ci sia centro,
mettendo in prospettiva e simmetria e successione
e comparando tutte le ferite, i punti di sutura.

Quel ferimento è il lato interno
di quello che fuori è pura traccia,
puro ritardo,

perdita,

documento. Anagrafe.


(da La distrazione, 2008)



Prato n. 3 (puntasecca)

Succede prima o poi di avvicinarsi al prato.          

Non direttamente, come se uno ci camminasse sopra (o dentro). Ma per una mediazione, di cui è responsabile una persona. Un individuo incontrato per caso, più vecchio di te, che finisce con l’invitarti a casa sua, e non te ne parla subito, ma tu alla fine lo capisci, mentre ti rovescia un po’ di vino nel bicchiere, lui dipinge prati.     

E ovunque, per l’appartamento, poggiano su tavoli, comò, librerie, contro pareti e armadi, piccole tele, a volte solo carte, neppure colorate, ma solo attraversate da tratti di china. Sono prati neri, nervosi, come una tempesta di aghi, senza nient’altro che appaia, rischiari, interrompa il formicolio dei tratti.    

Il prato è quindi concepibile nel suo isolamento, come una cosa evidente, solitaria, apparentemente semplice, ma che può cominciare a sfuggire, a chi lo dipinga o disegni più di una volta, come angustiato, e ci ritorni poi, a completare il lavoro, o almeno così lui pensa, all’inizio, ma dopo il lavoro non si completa, si apre a un disordine ansioso, il prato rimane ancora e sempre da fare, alcuni tratti non sono mai quelli elementari, semplici, sono di nuovo forzature, testarde forzature, segnali di prato, non parti buone di prato.

(da Prati/Pelouses 2007 – ed. La camera verde, parzialmente confluiti in Prosa in prosa)



MARCO GIOVENALE


L’ultima colonna in fondo
nel quadro - svela: una piccola
riga di donna che (spòrta
nel bordo buio una elle di fiaccola)
illumina l’uscita per lo sguardo.

E’ la Contemplazione, che si nega,
dice la guida dotta, che è identica
a chi vede, perché passa – ma diversa
perché è persuasa e spiega.

Rimasta indietro, sua figlia non si è persa.
E’ albina e condannata a ridere
rapida. (Chiaro, dimentica).


(Da Storia dei minuti, ed. Transeuropa, 2010)


III

In riguardo agli animali irragionevoli, se mai per effervescenza, spavento, o per ferocia abbiano cagionato un danno, in nome di altri, ci si vieta avere il cane, il porco selvatico, il cignale, l’orso, il leone lì dove ordinariamente si passi, nei gradi delle cognizioni, ristretti in nostra custodia, con animo di profittarne, delle cose che sospette sieno, il fondo cogli attrezzi, la duplicazione elide le replicazioni, è grande poi la differenza delle cose, sono in luogo di naturali, questa si chiama volgare, perché si numerano i giorni continui.

(Da Prosa in prosa ed. Le lettere, 2009, ristampato nel 2020 da Tic ed.)


ALESSANDRO BROGGI


III.

Capire il perché delle cose
nel modo più semplice possibile
in frequentazioni quotidiane
con le persone più diverse


concentrare l’attenzione
sulla bellezza degli oggetti
per un effetto più drammatico
come a rivelare un senso


non avremo più tragedie
per trarre auspici sul futuro
un’atmosfera elettrizzante
ha ispirato nuove favole


(Da Avventure minime, ed. Transeuropa, 2014)


I.

Non ho mai avuto una vita sociale particolarmente intensa, ho pochi amici, gli stessi che frequento da quando avevo cinque anni; il resto del tempo, quando non lavoro, lo passo in famiglia.

II.
Evidentemente l'ozio non mi tenta. Se sto lavorando a qualcosa in particolare, cerco di darmi al cento per cento. Certo devo fare dei sacrifici, ma alla fine ogni cosa trova il suo luogo e il suo tempo.



III.
A trentadue anni ho il bagaglio di una donna matura. Ho già accumulato un numero ragguardevole di carriere, un paio di matrimoni e un reddito consistente. Le esperienze che ho vissuto sono la conferma che nulla è regalato.


(Da Nuovo paesaggio italiano, ed. Arcipelago, 2009)



GHERARDO BORTOLOTTI - Senza paragone 5


 01. diverso dai giorni della settimana, dalla loro successione che cancella il futuro, la profondità degli oggetti, gli interstizi temporali in cui riesci a salvare piccoli patrimoni in percezioni, ricordi di gite in bicicletta, frammenti di intenzioni riguardanti la vita, l’impiego delle ore serali, lungo le quali ti trovi, spesso, a sondare il silenzio, le prime propaggini del sonno, le cui regioni vorresti esplorare più a fondo, e visitarne i centri lontani, i monumenti, le steppe brulle e minerali con cui confina, oltre

 02. diverso dal putiferio del traffico, dall’ipocrisia dei comportamenti, dalla coscienza della dissipazione, dalle morti che punteggiano, come pozzi gravitazionali, i paraggi immediati dello spazio-tempo in cui ti trovi a passare, mentre segui con lo sguardo la deformazione del reale, la curva ripida in cui il decesso sprofonda, come un grave, nel fluido delle cose che sono, che mantengono strutture d’ordine nelle correnti sfibranti del tempo che passa, dell’entropia, della costante insensatezza delle prove continue, del successi, dei piani ben riusciti

 03. diverso dai rumori degli appartamenti vicini, dai silenzi che li seguono, dalle frane microscopiche di polvere che trovi ai piedi del comodino

 04. come gli indizi in cui ti imbatti al mattino, di una vita precedente, di sere lontane alcune ore, dalle quali ti separa la notte, il sonno ed un processo di dissipazione della materia in calore, del senso delle cose in nulla, che ti permette di ricavare, comunque, il presupposto di essere in vita, di aver visto qualcosa, di avere avuto ragione, a volte


(Da Senza paragone, ed. Transeuropa, 2014)


bgmole si avvicina l’altra sedia con un piede. bgmole sente delle voci concitate, per strada. La luce del sole riempie la cucina. bgmole asciuga il piano del tavolo. bgmole aspetta fuori da una biblioteca. Fino alla fine della galleria, bgmole trattiene il fiato. Quando bgmole apre la dispensa, scopre che il the è finito. Sotto casa, bgmole apre il portone. bgmole va a votare. bgmole conta i biscotti rimasti. bgmole fissa la sveglia per il giorno dopo. bgmole si toglie la camicia e la mette in lavatrice. Sul cornicione di fronte passa un gatto. bgmole ne segue le mosse. 


(Da Le avventure di bgmole, inserite nell'antologia La prosa in prosa, 2009)


MICHELE ZAFFARANO


Il problema più grosso

che mi sta nel dentro

è la tanto brutta sensazione

che non sto nel giusto

non sto all’altezza

e mi sento nell’inferiore

c’è il senso dell’inferiore

che mi rende lontano da te

e mi butta sul soffrente

mi fa escluso di te

perché il problema grosso

sta alla poca attrattiva

che non le so fare

le cose che tu vuoi

che io faccio per te

e non ti innamora di me

e mi pensi non attrattivo

non mi rivolgi più pensieri

non ti fa più ricordo

di com’è che mi chiamo

e butti via il mio numero

ma poi anche la teiera

che ti ho comperato

e questo è spiacente.


(Da Poesie per giovani adulti, ed. Scalpendi, 2020)



WUNDERKAMMER 20


L’autentico. Oppure il libro che non sarebbe mai stato scritto se le parole non avessero assunto questa forma particolare di bêtise. Il lavoro, gli aneddoti raccontati. Nessun dubbio che ciò che viene letto possa finire per restare impresso. Nello stesso tempo, l’ascolto percorre i suoi sentieri, inganna chi resta all’interno dell’ambito. Se ancora, in casa, c’è un ambito, se ancora ci sono le categorie di interesse, i manichini non convenzionali, la possibilità di un racconto pensato per lamentarsi. Nel corso di queste righe, non c’è alcuna intenzione di rivelare fatti intimi, alcun desiderio di esibirsi in modo sconcertante. Di questo parleremo in seguito. Intanto: togliere di mezzo, ripulire con cura, non scrivere nulla per nulla, offrire le stesse astute bêtises del quotidiano, farle durare, sentirle esistere, resistere, e poi eliminarle, parlare, parlare. Spesso capita che dalla scrittura il dubbio su ciò che viene letto sia posto addirittura dagli invitati. Qualcosa di autentico avanza comunque, si rivela.

(Da Prosa in prosa, ed. Le lettere, 2009)



ANDREA RAOS


  1. COME MAI


Penso il pensiero altrui 

formarsi e farsi fiato e vedo 

che le cose accadono 

e non sono mai le stesse: 

tutte cambiano, 

le buone ingrigendo come il giorno, le cattive 

fisse in uno sguardo pronto a spegnersi. 

Così sono guardato 

mai guarito dalle cose.


(Da Le avventure dell'Allegro Leprotto e altre storie inospitali, Arcipelago Itaca ed., 2017)

 

Il sirratte spicca di nuovo il volo, chinato verso il cielo come ad ascoltarne le onde d’aria. Io vi vedo partire, uno a uno, spenti lungo tutta la fila, linea, una linea di sale, sparenti. Già sapevo non vi avrei fermati.


È come se lo spazio non fosse più presente, disattento, come dove, quando, non c’è già più niente.


(Da I cani dello Chott-el-Jarid, ed. Arcipelago, 2010)



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Andrea Raos (1968) è poeta e traduttore, ed è stato per diversi anni studioso di poesia giapponese classica. Ha pubblicato Discendere il fiume calmo, in Quinto quaderno italiano (Crocetti 1996), Aspettami, dice. Poesie 1992-2002 (Pieraldo 2003), Luna velata (cipM – Les comptoirs de la Nouvelle B.S. 2003), Le api migratori (Oèdipus 2007), I cani dello Chott el-Jerid (Arcipelago 2010), Lettere nere (Effigie 2013), Le avventure dell’Allegro Leprotto e altre storie inospitali (Arcipelago Itaca 2017), o!h (Blonk 2020). 


Michele Zaffarano (1970) Pubblicazioni: Bianca come neve (La Camera Verde 2009), Cinque testi tra cui gli alberi (più uno) (Benway Series 2013), Paragrafi sull’armonia (ikonaLíber 2014), Todestrieb (Arcipelago 2015), La vita, la teoria e le buche (Oèdipus 2015), Power Pose (Il verri 2017), Sommario dei luoghi comuni (Aragno 2019), Poesie per giovani adulti (Scalpendi 2022). Direzione di collane editoriali: «ChapBooks», «UltraChapBooks», «Gli alberi», «Legend» (Tic Edizioni). Redazione di riviste: Nioques.

Marco Giovenale (1969) è tra i fondatori di GAMMM (2006). Cura la collana «SYN – scritture di ricerca» per le edizioni IkonaLíber. Tra i libri di poesia: Shelter (Donzelli 2010), Maniera nera (Aragno 2015), Strettoie (Arcipelago Itaca 2017). In prosa: Il paziente crede di essere (Gorilla Sapiens 2016), Quasi tutti (Polimata 2010; ed. def.: Miraggi 2018), ultimamente ha pubblicato Le carte della casa (Edizioni volatili, 2020), Delle osservazioni (Blonk 2021), La gente non sa cosa si perde (Tic 2021), Cose chiuse fuori (Aragno 2023), Oggettistica (Tic 2024) Ha curato un’antologia di Roberto Roversi (Sossella 2008). Ha tradotto Billy the Kid, di Jack Spicer (La Camera Verde 2014). Il suo sito è slowforward.net.


Alessandro Broggi (1973). Principali pubblicazioni: Avventure minime (Transeuropa 2014), Protocolli / Protocoles (Benway Series 2014), coffee-table book (Transeuropa 2011), Noi (Tic 2021). Ha co-diretto la webzine letteraria «L’Ulisse» e ha scritto su Nazione Indiana, GAMMM e PuntoCritico, blog collettivi di cui è stato redattore o co-fondatore. Da diversi anni ha abbandonato militanza pubblica e impegni redazionali per dedicarsi unicamente alla propria ricerca e scrittura. 

Gherardo Bortolotti (1972) esplora aree di confine tra prosa e poesia. Influenzato dalla produzione on line, mette alla prova scritture brevi e brevissime sui temi dell’infraordinario. Testi: Tecniche di basso livello (Lavieri 2009), Senza paragone (Transeuropa 2013), Quando arrivarono gli alieni. Parti 234-361 (Benway Series 2016), raccolti poi in Low. Una trilogia (Tic Edizioni 2020), Storie del pavimento (Tic 2018), Romanzetto estivo (Tic 2021), Tutte le camere d'albergo del mondo (Hopefulmonster 2022). Antologie: Poeti degli anni Zero (Ponte Sisto 2011), La terra della prosa. Narratori italiani degli anni Zero (L’Orma 2014). Saggi: Oltre il pubblico: la letteratura e il passaggio alla rete (in Nuova prosa, n. 64, 2014).

Andrea Inglese (1967) Tra le ultime pubblicazioni, il romanzo Parigi è un desiderio (Ponte alle Grazie 2016, Premio Bridge 2017), il libro di prose Ollivud (Prufrock spa 2018) e la raccolta di saggi La civiltà idiota (Valigie Rosse 2018), La vita adulta (Ponte alle Grazie 2021) romanzo, Stralunati (Italo Svevo ed. 2022), prose. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia (Biblion 2018). Nel 2020 è uscito Mes adieux à Andromède (art&fiction, Losanna). È stato redattore di «Alfabeta2» e GAMMM; è tra i fondatori di Nazione Indiana e curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it).


 

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