Anna Martinenghi - La poesia elementare del fare

 

Anna Martinenghi


È difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco.
Bambini imparate a fare
le cose difficili:
dare la mano al cieco, cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi”

Gianni Rodari



Nella mia ricerca di poesia elementare sono incappata per caso – anche se credo che niente accada per caso - nel libro di Tina Festa: “Trovare la poesia nascosta(1)Educare alla bellezza con il Metodo Caviardage® - Edizioni La Meridiana 2024 -.

Preciso che non si tratta di una sponsorizzazione e che non conoscevo e (finora) non ho mai praticato il Metodo Caviardage® - per cui rimando al sito ufficiale di Tina Festa: https://www.caviardage.it/ (2) -. Leggendo le parole dell’ideatrice di questo metodo mi sono ritrovata in moltissime riflessioni, che desidero condividere con voi in questo spazio dedicato a ogni forma di poesia.

Occorre fare una breve premessa circa il Caviardage® – cito – : “È un metodo che racchiude diverse tecniche di scrittura poetica che consistono nell'elaborare delle poesie partendo da testi già scritti come dei fogli di giornale oppure pagine di libri da macero, ad esempio utilizzando vecchi racconti. Grazie alla contaminazione con svariate tecniche artistiche espressive (quali il collage, la pittura, l’acquarello, etc.) si dà vita a poesie visive: piccoli capolavori che attraverso parole, segni e colori danno voce a emozioni difficili da esprimere nel quotidiano”.

So che i puristi avranno già interrotto la lettura da un bel pezzo, ma non è di canoni che mi occupo, bensì di percorsi alternativi per approdare alla bellezza e al godimento che il linguaggio poetico trasmette. Mi affido quindi all’introduzione di “Trovare la poesia nascosta” a cura di Antonia Chiara Scardicchio:

Questo non è un libro passatempo, un libro solo per diletto. Non è un libro con nuove tecniche per quelli che amano la manualità e, agli occhi di taluni scienziati, rinunciano all’intelletto per svagare la mente. Oh no, qui la mente non si svaga: non si perde, ma si riannoda, si riprende tutti i brandelli sparsi e persi, si ricuce e ricompone sé e mondo, senso e non-senso, pieni e vuoti. Questo è un libro per educare alla Bellezza. E diventa allora, nel frequentarlo, piccola scuola, persino, tanto di Filosofia quanto di Politica.

[...]

Questo è un libro viatico: a volte gli esercizi spirituali si travestono da esercizi materiali! Ed eccola l’impresa di Tina: educarci a cercare la “poesia nascosta” come attitudine mentale ed etica, impegno calviniano alla ricerca e all’annuncio laddove il Disincanto in agguato ci spinge invece nella direzione contraria, ci schiaccia verso la convinzione che l’arte debba essere solo rifugio e nido e non invero, trampolino e scuola di Consapevolezza...ove questa parola coincida con l’assunzione in prima persona dell’avere a cuore il Bene di tutti e di ciascuno.

[...]

C’è una scienza nuova che Gregory Batenson ha definito “scienza delle connessioni”: scienza delle ibridazioni tra arte e scienza, piccolo e grande, silenzioso e manifesto, che si identifica con la Teoria Sistemica e che abbraccia gli studi e le teorie sulla Complessità. Questa scienza, che egli ha definito Estetica, oltrepassa i significati che storicamente la Filosofia ha attribuito a tale denominazione (studio del Bello e del giudizio su di esso) e sta a indicare quel tipo particolare di connessione che connette visibile ed invisibile, questione di fisica e questioni di cinema, equazioni matematiche ed opere d’arte, ingegneria e musica, biologia e danza, psichiatria e poesia. Questo libro è un’esperienza, [...] un libro per imparare, col suo tocco di grazia, a fare tutte queste Cose Difficili.


Ci troviamo quindi di fronte a un metodo che non insegna a scrivere poesie, ma stimola la sensibilità poetica, aiuta a superare blocchi creativi e dà la possibilità a tutti, artisti professionisti e non, di vivere l’arte sia come libera espressione individuale, che come mezzo di comunicazione. È la stessa autrice a fornirci indicazioni sulla filosofia di base del suo metodo:

Conoscere, amare, rispettare e proteggere sono per me i 4 pilastri sui quali si fonda la vita. È questo un pensiero che trasferisco in quello in cui credo, che sono e anche in quello che faccio. [...] Immagino i 4 pilastri come degli ingranaggi in movimento che portano energia e vita a tutto il resto e non importa quale ingranaggio parta prima perché gli altri lo seguono. Per esempio, quando amiamo qualcuno desideriamo approfondire la sua conoscenza e questo ci porta a rispettarlo e a volerlo proteggere. Lo stesso avviene nei confronti della natura: più la conosciamo e la viviamo con tutti i sensi e più la amiamo, rispettiamo e proteggiamo. Ciò accade ogni volta che facciamo le cose con passione, ogni volta che qualcosa coinvolge tutto il nostro essere: l’amore per l’arte, per un essere umano, per il mondo”.


A seguire l’autrice elenca poi i passaggi concreti del percorso che propone, al contempo concreto e fortemente introspettivo ed espressivo:


1) Riporto la poesia alle sue vere origini.

2) Mi ascolto, sono consapevole di ciò che sono.

3) Faccio sentire la mia voce.

4) Ho un nuovo sguardo sulla vita.

5) Rimuovo gli ostacoli e ciò che limita la mia libertà.

6) Creo versi attingendo dalla mia anima.

7) Mi riapproprio delle parole.

8) Guardo le mie mani mentre agiscono.

9) Focalizzo l’attenzione sul momento.

10) Alleno il mio intuito.

11) Aumento la stima di me.

12) Affronto la vita un passo per volta.

13) Alleno la creatività e sviluppo il pensiero divergente.

14) Mi prendo il tempo per me.

15) Imparo ad andare oltre.

16) Scopro e valorizzo il mio stile.

17) Mi apro all’altro, lo includo.

18) Scopro il senso fecondo della condivisione.

Non voglio entrare nei meriti tecnici del Caviardage®, visto che esistono svariate possibilità sia di leggere il libro che vi suggerisco, sia di partecipare a corsi ufficiali tenuti da insegnanti certificati. Mi piace pensare che esistano approcci diversi e percorsi alternativi per scoprire la poesia nascosta alla nostra vista dalla frenesia quotidiana, restituendoci un linguaggio universale che parla a ciascuno di noi, senza steccati e senza incutere soggezioni. Apprezzo moltissimo il fare “letteralmente” poesia ricongiungendosi all’etimo della parola stessa, mettendo in gioco aree e competenze diverse di creatività e manualità, restituendo a ciascun essere umano l’identità di soggetto poetico, che sempre vado cercando in ogni persona.

Ben vengano dunque percorsi e proposte alternative, capaci di insegnarci ad andare oltre, a volere di più, a focalizzare la nostra attenzione sul senso nascosto delle nostre esistenze, cogliendo in una pagina già scritta lo svelamento di un messaggio con significati altri. Un punto di partenza e un cambio di atteggiamento nella nostra realtà sempre più adagiata su un orizzonte piatto, incapace di profondità e introspezione. Evviva quindi le esercitazioni pratiche di sensibilità poetica!

Immagine che contiene testo, disegno, arte, calligrafia

Descrizione generata automaticamente




Se la poesia iniziasse ad essere vista come un modus vivendi, come un comunicare normale e non eccezionale, come un camminare nel mondo in punta di piedi e con occhi grandi, senza calcare rumorosamente i tacchi con discorsi e pensieri e giorni prosaici, certo il mondo sarebbe un luogo più bello. Magari anche se ci fossero poeti meno boriosi e più e che non siano convinti che la poesia – il fare – è loro esclusivo appannaggio per diritto di nascita”


Testo originale pubblicato su “Una parola al giorno” (3) per la parola Poesia




1 Tina Festa “Trovare la poesia nascosta1” – Educare alla bellezza con il Metodo Caviardage® - Edizioni La Meridiana 2024 -. 

https://www.lameridiana.it/trovare-la-poesia-nascosta.html


2 https://www.caviardage.it/


3 https://unaparolaalgiorno.it/






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