David La Mantia - Numeri, idee, poesie, simboli.

David La Mantia




E’ possibile parlare di esoterismo con leggerezza?


Ci sono cose su cui è difficile scherzare. Il calcio. La morte. E naturalmente tutto quanto fa esoterismo, dalla chiromanzia alla cartomanzia, fino alla numerologia. Come se queste cose fossero solo di iniziati e toccarle potesse produrre effetti nefasti e deleteri.

Subito uno spunto.

Secondo Pitagora, il numero è principio assoluto anteriore al mondo creato, non idea astratta, ma rappresentazione intrinseca dell'Assoluto: la scienza dei numeri diviene quindi un approccio all'Essere Supremo, fonte dell'Armonia cosmica. Ma ogni numero assume un suo preciso significato esoterico.




Andiamo in ordine.




1

La monade, l'Uno, l'Aleph della Kabbalah rappresenta Dio nella sua purezza assoluta, e, come principio di tutto, non è un numero. E' semmai l'arché, l'inizio di tutto ed il principio da cui tutto dipende, come sostenuto da Anassimandro e Leibnitz. E’ possibile fare poesia con un verso? Certo. Si pensi al Franco Fortini di

Carlo Bo

No

o all’Ungaretti di

Mattina

M’illumino d’immenso




2

La diade, il Due, il BETH cabalistico, primo vero numero, principio generatore che rende concreto Dio nello spazio e nel tempo, assume valore negativo. Infatti, se la monade, rappresentando Dio, è perfezione in sé, la diade rappresenta invece l'imperfezione, quello stato che si realizza nel distacco dalla monade, dall'Uno. Di più, potrei dire che l'uno, la monade, rappresenta lo stadio di armonia e di beatitudine, l'età dell'oro e della perfezione, della fusione con il tutto, venuto meno proprio per questo allontanamento dall'assoluto e che lo studioso di esoterismo - nella sua continua, affannosa, ma certamente non vana, ricerca della "purezza perduta" - tende a ripristinare.

E’ il distacco degli Ossi di seppia montaliani dall’assoluto di cui facevano felicemente parte, è lo scarto dei trucioli sbarbariani, è la spazzatura delle altre poesie di Palazzeschi.




3

E' tuttavia nel numero 3, il Ghimel ebraico, che si evidenzia la legge costitutiva delle cose: il ternario, primo dei numeri dispari, rappresenta la sintesi di monade e diade e si esprime, geometricamente, nel triangolo-origine di tutte le figure piane e prima figura regolare e perfetta possibile. La Massoneria, per esempio, ha molto caro il simbolo del triangolo - simile al delta greco, nel quale viene racchiuso l'occhio a simboleggiare l’intervento divino nel processo di creazione ed evoluzione del cosmo. I tre lati del triangolo raffigurano i tre regni della Natura, minerale, vegetale, animale, a cui associamo i primi tre gradi dell’Ordine Massonico, apprendista, compagno, maestro. Il tre è numero che ricorre frequentemente nella tradizione religiosa: il Dio cristiano è uno e trino, e si identifica nel Padre. La teologia indiana contempla la Trimurti: Brama, Siva, Visnů. Ancora, nel manicheismo, assume significato la Trinità gnostica - Dio e 2 opposti principi: bene e male. In poesia come non ricordarne il valore per Dante? Tanto per dire: i tre regni, le cantiche di trentatré canti, la struttura in terzine, in cui le rime si ripetono per tre volte, le tre fiere che si oppongono al poeta..




4

II 4, il Daleth della Kabbalah, simboleggia invece l'uomo, creatura imperfetta, che porta in sé la scintilla del divino: infatti il 4 nasce dall'unione della monade - Dio - col ternario - sintesi della creazione. I primi quattro numeri sono unitariamente rappresentati dalla Tetraktys(10), particolarmente sacra ai pitagorici in quanto riassume gli insegnamenti relativi al Creatore ed al Creato. Il quattro della quartina è la base principale del sonetto, mentre nel fare il segno della croce si fanno quattro movimenti. Fateci caso.




5

Il numero 5, per i cabalisti, particolarmente interessante e ricco di significati, è l'unione della diade con il ternario; rappresenta lo stato d'imperfezione, ma anche, significativamente e, non a caso, il matrimonio: infatti la diade, simbolo di polemos, di guerra, per definizione - che qui simboleggia il principio maschile ed il femminile, l'uomo e la donna, si unisce al ternario, numero sacro che racchiude in sé il mistero della creazione, e quindi, anche della procreazione, fine ultimo del matrimonio. Il “limerick” è un componimento poetico con una struttura rigida di 5 versi di cui i primi due e l'ultimo rimano tra loro, così come rimano tra loro il terzo e il quarto. Dunque, lo schema metrico è AABBA. Ma la struttura di questo tipo di poesia è rigida anche perché il primo verso deve sempre esprimere il protagonista del tema, ben definito da un aggettivo qualificativo e il luogo dove si svolge l’azione; il secondo, il terzo e il quarto verso servono a sviluppare in modo sintetico il tema; nel quinto verso viene richiamato il protagonista. I temi hanno un carattere umoristico e nonsense.




6

Il numero 6, Vau nell'esoterismo ebraico, indica la perfezione, in quanto primo multiplo del perfetto Tre. Un numero che esprime potenza, per la sua peculiare capacità di autoimplementarsi: infatti, se capovolto, il Sei diviene Nove, successivo multiplo del Tre e triplo di questi. Proprio per questo capovolgere la perfezione positiva del 9, il 6 è venuto a rappresentare la perfezione opposta a Dio, Lucifero, Satana, addirittura nella sua tripla rappresentazione (in opposizione alla Trinità divina): 666. La sestina narrativa o sesta rima è una stanza composta da sei versi endecasillabi con schema: ABABCC.

«Mentre a novo m'accingo arduo lavoro,
O Muse, voi da l'Eliconie cime
Scendete a me ch'il vostro aiuto imploro:
Datemi vago stil, carme sublime:
Antica lite io canto, opre lontane,
La Battaglia de' topi e de le rane

(Batracomiomachia, 1-1, Giacomo Leopardi)





7

Il numero Sette, Zain, l'ebdomade o "numerus", non è e non genera: non è generato, in quanto numero primo, non divisibile per numeri interi diversi da Uno - che, ripetiamo, non è numero per i pitagorici -; non genera perché, moltiplicato per il primo numero - Due - dà 14, che è numero oltre la decade: una decade + 4. Questa sua unicità spiega la sua importanza ed il suo peso storico, quasi magico: 7 sono i re di Roma, le note, le arti del trivio e del quadrivio, le virtù cardinali e teologali, i vizi capitali. Il settenario è con l’endecasillabo il verso della tradizione italiana.




8

Il numero Otto, lieth, doppio del significato Quattro e cubo del primo vero numero - Due -, è dotato di splendida forza propulsiva, proprio perché primo numero che si esprime come potenza di potenza (2³ = 8). L'Otto non genera, in quanto moltiplicato per Due16 - una decade + 6-, ma è generato, perché composto da quattro Diadi. A conferma delle sue caratteristiche dinamiche e propulsive, il numero Otto coricato su se stesso simboleggia l'infinito.

L’ottava è una strofa (o strofe, dal greco strofé, “giro, voltata del coro”) di otto endecasillabi a rima alternata e baciata secondo lo schema ABABABCC. L'ottava - detta anche ottava rima o addirittura stanza - è la strofa fondamentale di tutta la tradizione epico-cavalleresca, da Boiardo ad Ariosto fino a Tasso, oltre che del genere dei cantari. Fu molto amata dai romantici. Lord Byron la userà per i suoi poemi Beppo (1818) e Don Juan (1819 - 1824). Altri autori autori che l’adorarono furono John Keats, Edmund Spenser, Robert Browning, William Wordsworth e Percy Bysshe Shelley. Da non dimenticare anche John Milton, e William Butler Yeats.




9

Il numero Nove, il Teth della Kabbalah, è potenza del già perfetto Tre e triplo dello stesso. I pitagorici lo consideravano simbolo di giustizia e completezza. La proprietà del Nove di ricostituirsi - se moltiplicato per un qualunque numero intero 19 * 2 = 18 quindi 1 + 8 = 9 9 * 3 = 27 quindi 2+7=9 etc...)- fa di esso il simbolo della materia, che, nelle sue innumerevoli trasformazioni, non si distrugge mai, rimanendo sostanzialmente sempre se stessa. Ancora, il 9 simboleggia la circonferenza, la cui ampiezza - 360° - riporta comunque a questo numero (3 + 6 + 0 = 9)

Nella metrica italiana il novenario è un verso nel quale l'accento principale si trova sull'ottava sillaba metrica: quindi, se l'ultima parola è piana comprende nove sillabe effettive, mentre se è tronca o sdrucciola ne ha rispettivamente otto oppure dieci.

Molto amato da Pascoli, come testimoniato da poesie come l’Assiuolo, di cui offro uno stralcio

Su tutte le lucide 9 vette

tremava un sospiro di vento;

squassavano 10 le cavallette

finissimi sistri d'argento 11

(tintinni a invisibili porte

che forse non s'aprono più? 12... );

e c'era quel pianto di morte...




10

Infine, il numero Dieci, Yod, in sé perfetto ed armonico, in quanto espressione aritmetica della Tetraktys, è numero sacro, che simboleggia la sublimazione ed il compimento di tutte le cose. E' costituita da 10 monadi (1 + 2 + 3 + 4 = 10) , formanti una decade, base del sistema decimale pitagorico, e, naturalmente, del nostro. E' anche espressione della centralità del principio divino, in quanto unione del numero Uno - monade con la circonferenza - con il Nove.

Nel pitagorismo si sviluppa poi l'affascinante teoria dell'antitesi tra numeri perfetti ed imperfetti: i numeri perfetti sono i dispari, somma di più monadi; imperfetti sono i pari, somma di più diadi. Questa meravigliosa antitesi, sviluppata in chiave esoterica, ripropone l'eterno conflitto tra forze opposte: Bene-Male, Luce-Tenebre, Bianco-Nero, che dà origine al mondo. Attraverso lo sviluppo del numerismo, la Scuola pitagorica ha elaborato un "corpus" spirituale, i cui obiettivi tanto si avvicinano a quelli di ogni esoterismo, sin quasi a coincidere con essi. Infatti, attraverso lo studio dei numeri, il pitagorismo era finalizzato alla sconfitta dell'ignoranza e del pregiudizio, era proteso alla solidarietà, alla pratica della virtù e dell'amore, al raggiungimento dell'armonia, quella stessa armonia che, perfetta ed immutabile, regola il "cosmos" con le sue leggi supreme. Ancora, i pitagorici allora, come per esempio i massoni oggi, aprivano i loro lavori a mezzogiorno, la sera si riunivano in agape e quindi, allo scoccare della mezzanotte, si separavano.

Infine, come ogni buona setta esoterica, utilizzavano simboli nascosti, lettere con valori numerici, linguaggi ermetici, legati a posizioni geometriche o a espressioni aritmetiche, come anche questo pezzo, nel suo piccolo, vuole ricordare, con un semplice acrostico finale.

Poche cose

Oggi si depositano

E cercano il fondo

Senza precipitare

Insieme

A te



Questo perché i Numeri, grazie alle loro proprietà, virtù e relazioni, riflettono nel mondo naturale l'Ordine del Mondo Divino.


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